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Raccolta differenziata a Taranto, Slai Cobas: “Ma quale svolta?”

TARANTOLo Slai Cobas organizza per mercoledì 30 ottobre, in piazza Castello, a partire delle 9.30, un presidio di protesta in merito alla gestione della raccolta differenziata in città. Riportiamo di seguito la nota stampa del sindacato di base.

Oggi, sui giornali locali, si  parla dell’avvio prossimo della raccolta differenziata a Tamburi, Paolo VI, Talsano e dei passi che si stanno facendo, come un fatto nuovo, una “svolta”. Ma stiamo scherzando? Il Comune nasconde, e non ha neanche la vergogna di farlo, che sta parlando di un servizio che doveva essere fatto da anni, che stiamo in una situazione in cui la raccolta differenziata è al 14,7% (e dovrebbe arrivare a gennaio 2014 al 65%  altrimenti vi sono sanzioni che chiaramente pagheranno i cittadini con più tasse). Ma anche non andando tanto indietro, la gara per l’acquisto dei mezzi doveva essere già conclusa più di un  anno fa, quando la Regione ha dato i 3 milioni di euro al Comune di Taranto per questo. Ora siamo, invece, ancora all’esame dell’offerta di tre aziende, poi passeranno i tempi tecnici, almeno altri due mesi, e infine vi dovrebbe essere l’assegnazione definitiva dell’appalto.

Il presidente dell’Amiu Cangialosi e i dirigenti del Comune avevano parlato di luglio per l’avvio della raccolta differenziata nei tre quartieri, poi di settembre, poi di novembre/dicembre, ora si parla di primavera 2014. Perchè chiaramente non bastano i mezzi. Poi ci vogliono i lavoratori. Quindi altri mesi, nonostante dagli inizi dell’anno i Disoccupati Organizzati Slai Cobas avessero chiesto che le due procedure (per acquisto mezzi e per il lavoro) venissero avviate contemporaneamente, ma non lo si è voluto fare perchè si vuole fare la raccolta differenziata porta a porta senza nuove assunzioni,  con il personale già esistente all’Amiu che non è affatto formato per la RD porta a porta, come ben si è visto a S. Vito-Lama, al di là delle percentuali di raccolta che Cangialosi spara.

Ci deve essere da parte del Consiglio comunale l’approvazione della relazione tecnica-economica dell’Amiu; poi l’approvazione di un atto di indirizzo con cui si decide che il comune deve proseguire con il servizio affidato in house (e quindi all’Amiu); ci deve essere l’approvazione di un nuovo Contratto di servizio per definire le competenze che restano all’Amiu (basti pensare che questo doveva essere fatto ai primi di settembre); ci deve essere l’approvazione del bilancio di previsione. Dopo tutto ciò si varerebbe il nuovo piano industriale.

Già si parla, invece, dei servizi che taglierà l’Amiu: verde, segnaletica, manutenzione. E i lavoratori che ora li fanno – circa 80 provenienti dalla ex Taranto  servizi – che fine faranno? Le ipotesi si sprecano: andranno alle ditte a cui poi in appalto il Comune assegnerebbe questi servizi; no, rimarranno all’Amiu e  faranno la raccolta differenziata; no, è scelta volontaria: chi vuole resta all’Amiu, chi non vuole dovrebbe essere assunto alla ditta che avrà l’appalto dei servizi (che però non ha nessun vincolo, nessuna clausola sociale che la obbliga). Quindi, questa riorganizzazione sicuramente comporterà tagli al personale dell’Amiu e una raccolta differenziata porta a porta senza creazione di nuovi posti di lavoro che i disoccupati Slai Cobas, che hanno fatto da 4 anni e fanno tuttora la lotta per la raccolta differenziata porta a porta e per cui hanno fatto anche i corsi di formazione ad hoc, aspettano appunto da anni. La realtà è che all’Amiu i debiti restano tanti e i tempi per la raccolta differenziata porta a porta si allungano.

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