L’Ilva, l’Aia e i “pescatori” di diffide – Il documento era nei meandri del sito del ministero dell’Ambiente

ilva nuovaTARANTO – Siamo stati la prima testata giornalistica on line a pubblicare la nuova diffida del ministero dell’Ambiente nei confronti dell’Ilva in merito ad undici violazioni all’Aia accertate da Ispra e Arpa Puglia nel corso del sopralluogo effettuato il 10 e 11 settembre. Oggi abbiamo pubblicato il pdf del documento  in allegato all’interessante articolo del collega Gianmario Leone, uscito sul TarantoOggi (https://www.inchiostroverde.it/news/ilva-prosegue-la-farsa-dellaia-ecco-la-diffida.html). Eppure, giungere a quel documento non è stata impresa facile. Anzi, si è trattato di una vera e propria caccia al tesoro. Fonti Ispra ci avevano riferito che il documento era stato pubblicato sul sito del ministero dell’Ambiente.

Strada spianata? Per nulla.  Sono lontani i tempi in cui bastava andare nel sito del garante Aia per trovare l’elenco di tutti i documenti relativi all’Autorizzazione Integrata Ambientale dell’Ilva. Ma si sa, i burocrati amano complicare la vita (degli altri). Insomma, la ricerca nel sito del ministero si è rivelata ardua. Anche andando nell’area appositamente dedicata all’Aia Ilva e digitando una serie di parole chiave pertinenti non si riusciva a cavare un ragno dal buco. Che fare, dunque? Abbiamo chiesto lumi ad una fonte dello stesso dicastero, che si è rivelata (questa sì) estremamente utile. Per pescare quel documento bisognava accedere alla pagina http://aia.minambiente.it/Ilva.aspx e digitare la parola “diffida”.  Soltanto in quel modo, la ricerca partoriva il frutto desiderato. Una pacchia per i funzionari del ministero, abituati a muoversi nei meandri del sito, una lotteria per i comuni mortali. Così, o sei un giornalista fortunato (e il documento ti arriva sulla scrivania grazie a qualche mano provvidenziale) oppure devi attaccarti al telefono per ore finché non ottieni l’informazione giusta. Il passo successivo è stato quello di pubblicare la diffida sul nostro sito  e metterla a disposizione di tutti. Nessuno escluso. Questa non è roba “solo” per addetti ai lavori.

Alessandra Congedo

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