Ilva, appello di Impatto Zero a Napolitano

TARANTO –  L’associazione “Impatto Zero Onlus” di cui è presidente Raffaella Cavalchini ha inoltrato un appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sulla vicenda del Garante dell’AIA Ilva di cui è in procinto la soppressione. Riportiamo il testo integrale del documento

“Signor Presidente della Repubblica, abbiamo esitato un po’ prima di decidere di ricorrere a Lei proprio in questo periodo di Suo breve riposo. La partita a cui stiamo assistendo, però, è enorme e temiamo che si concluda con l’ennesimo delitto di Stato verso i cittadini di Taranto per la vicenda Ilva. Ella conosce bene tale vicenda, fin dalla sua nascita alla fine degli anni ’50 e, di recente, ha espresso profondo rammarico per decisioni che hanno prodotto l’opposto di quanto atteso.

In questi giorni si stanno prendendo altre decisioni importanti che rifiutiamo .Ci riferiamo in particolare alla soppressione della figura del Garante decisa in prima lettura dalla Camera dei Deputati durante la conversione in legge del D.L. 61 del 4 giugno 2013. Tale decisione, a Taranto, è contestata compattamente dalle associazioni civiche ed ambientaliste, dai sindacati e dalla cittadinanza nelle sue varie espressioni, tutti “miracolosamente” uniti come non era accaduto mai prima, comprese alcune frange estremiste che avevano rifiutato di incontrare il Garante nella sua prima visita a Taranto. Anche il prof. Assennato, DG di ARPA Puglia, che aveva manifestato qualche perplessità su possibili sovrapposizioni con il Garante, vista l’attività concreta e i risultati fin qui ottenuti, si è ravveduto ed ha fatto forti dichiarazioni pubbliche a favore del Garante.

Nel D.L. 61/2013, predisposto dal Governo, che Ella ha approvato e promulgato, non è stata minimamente messa in discussione la figura del Garante, figura “inventata” nel terribile autunno 2012, decretata definitivamente con la legge 231 del 24 dicembre 2012 ed entrata in funzione i primi giorni del 2013 con la nomina del dr. Vitaliano Esposito, già Procuratore Generale della Corte di Cassazione, nome che Ella ha suggerito al Governo, come ha riferito il dr. Corrado Clini allora ministro dell’ambiente. Al di là della denominazione formale, la nascita di quella figura inedita mirava a rassicurare la cittadinanza, e implicitamente la Magistratura, mettendo in campo un personaggio assolutamente al di sopra delle parti, in grado di ricomporre, soprattutto nei cittadini di Taranto, un minimo di fiducia nello Stato.

Il rigore, la competenza e il senso dello Stato messi in campo da quel Garante nei pochi mesi di intensa attività mirata al raggiungimento di quel sacrosanto obiettivo, hanno provocato il reazionario art. 2 quater (Soppressione del Garante e promozione di iniziative di informazione e consultazione) della legge di conversione del DL 61/2013 attualmente in esame al Senato.

La motivazione di quell’articolo aggiuntivo è che ormai la presenza del commissario straordinario rende inutile l’autonoma presenza del Garante, ritenuto, dai promotori dell’art. 2 quater, un semplice promotore “di iniziative e consultazioni finalizzate ad assicurare la massima trasparenza per i cittadini in ordine alle vicende dell’Ilva di Taranto” anziché quello di chi è chiamato a vigilare, nel senso più nobile ed esteso del termine, sulla effettiva realizzazione delle prescrizioni dell’AIA di Ilva. Le recenti polemiche innescate dai comportamenti del commissario straordinario dimostrano che non può essere, né diventare sul serio, un Terzo al di sopra delle parti, a garanzia dei cittadini di Taranto.

Buon senso e rispetto civico vorrebbero che i ruoli di Commissario straordinario e di Garante siano tenuti ben distinti: il Commissario straordinario gestisce lo stabilimento commissariato e risponde del suo operato al Governo; il Garante resta Garante della Legge nei confronti della collettività.

Signor Presidente, in altre circostanze la Sua moral suasion ha fatto sì che venissero modificate decisioni scellerate. La preghiamo con tutto l’ardore possibile di intervenire in tempo per scongiurare l’ennesimo delitto di Stato verso Taranto”.

 

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