Porti, cala solo Taranto

TARANTO – Nonostante la crisi economica e un sistema burocratico che penalizza le Autorità Portuali italiane rispetto alle concorrenti europee, il sistema portuale dell’Italia si conferma altamente competitivo grazie alla movimentazione di 466 milioni di tonnellate di merci e quasi 9,6 milioni di TEU. Ciò non vuol dire che la crisi non si sia fatta sentire: -3,1% il ribasso generale, anche se il calo delle merci è stato lieve ed anzi ha registrato un aumento nel segmento container (+0,9% su base annua). L’interscambio marittimo ammonta a 56,7 miliardi di euro, -3,7% sullo stesso periodo dell’anno precedente, -5,5% sull’ultimo trimestre 2012.

Questo quanto emerge dal nuovo numero di “Porti e Mediterraneo”, la newsletter semestrale frutto della sinergia tra Assoporti e Srm, centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo, che riporta i dati del primo semestre del 2013. Il rapporto colloca l’Italia leader nell’Europa a 27 per merci trasportate in short sea shipping (il trasporto marittimo a corto) nel bacino del Mediterraneo, con 204,4 milioni di tonnellate, pari al 37,5% del totale. L’Italia detiene il primato anche nel Mar Nero, con 43,1 milioni di tonnellate, pari al 33,2% del totale. Con segno meno il dato dei passeggeri trasportati nei porti italiani nel 2012: 41 milioni, -11,7% sul 2011, e 10,5 milioni di crocieristi (-6,1%).

I porti italiani devono però fare i conti con la crescita esponenziale dei porti hub della sponda Sud del Mediterraneo: che tra il 2005 e il 2012 questi ultimi hanno incrementato la propria quota di mercato dal 18% al 27%, a discapito proprio degli hub italiani che sono calati dal 28% al 16%. In netta crescita i porti spagnoli di Valencia e Algeciras, primi nel Mediterraneo per TEU movimentati. Crescita notevole anche per il Pireo, +62,7% tra il 2011 e il 2012, quarto nel ranking grazie anche alla concessione a partire dal 2010 del Pct (Piraeus Container Terminal) alla Cosco. Poco dietro c’è il primo porto italiano nonché concorrente diretto di quello di Taranto: è Gioia Tauro, che ha fatto registrre un +18% rispetto al 2011.

E nel rapporto in questione, l’unico porto segnalato non in crescita è proprio quello di Taranto, che a detta del rapporto “risente dell’abbandono della Evergreen spostatasi al Pireo”.  Ma in questo il rapporto pare essere un po’ troppo approssimativo. La decisione di Evergreen, una delle più grandi compagnie mondiali di trasporto container, di spostare quattro linee (due linee oceaniche e due linee feeder) dal porto di Taranto  al terminal greco del Pireo, risale al settembre del 2011. Evergreen, è azionista al 40% della Taranto Container Terminal. Una comproprietà lasciata al ruolo di maggioranza, con il 50% delle quote azionarie, alla Hutchinson Whampoa, la multinazionale di Hong Kong che detiene la cospicua del mercato marittimo globale.

E se è vero che una scelta all’epoca definita dalla società “tempornea” e trasformatasi poi in definitiva, ha pesantemente influito sul traffico merci dello scalo ionico, è altrettanto vero che da un lato il calo della movimentazione garantita dall’attività dell’Ilva e dall’altro il prossimo avvio dei lavori previsti dall’accordo firmato a Roma nel giugno del 2012, hanno comunque influito non poco sia nel 2012 che nel primo semestre di quest’anno. Come riportato la scorsa settimana infatti, nei primi sei mesi del 2013 il traffico merci movimentato dal porto di Taranto ha subito una contrazione del 27,7%, raggiungendo la cifra di 13,6 milioni di tonnellate rispetto a 18,8 nella prima metà dello scorso anno.

Le merci in importazione sono calate del 25,6% a 8,3 milioni di tonnellate e quelle in esportazione hanno registrato una flessione del 30,9% a 5,3 milioni di tonnellate. Nelle rinfuse sono state movimentate complessivamente 7,9 milioni di tonnellate in import ed export, con una contrazione del 27,3% rispetto ai primi sei mesi del 2012. Le rinfuse liquide sono diminuite del 17,0% a 2,2 milioni di tonnellate. Nel settore delle merci varie il traffico è stato pari a 3,5 milioni di tonnellate (-33,9%), di cui 882mila tonnellate di merci containerizzate (-14,5%) totalizzate movimentando 95.740 container TEU (-29,7%) e 2,6 milioni di tonnellate di altre merci varie (+38,6%).

Nel mese di giugno 2013 il porto pugliese ha movimentato globalmente 2,7 milioni di tonnellate di merci, con una flessione del 12,1% rispetto a 3,0 milioni di tonnellate nel giugno 2012. Ecco perché, come scriviamo da anni e non certo da oggi, definanziare il progetto del Distrpark, come avvenuto lo scorso agosto “grazie” alla Regione Puglia e al silenzio assenso di Comune, Provincia e Autorità Portuale, si rivelerà essere l’ennesima mossa suicida per l’economia “alternativa” alla grande industria del nostro territorio.

G. Leone (TarantoOggi, 22.07.2013)

 

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