Ilva, Nicastro: “Bene indagine Ue, Regione pronta”

BARI “La notizia di una indagine pilota da parte della Commissione Europea su una possibile violazione del diritto alla vita sancito dalla Carta europea dei diritti fondamentali è un elemento utile a dare alla vicenda di Taranto la giusta importanza. E’ innegabile che vi siano su quell’area dei profili di emergenza sanitaria che vanno debitamente affrontati e che la comunità internazionale se ne occupi non è certo uno scandalo o, come qualcuno dice, una minaccia alla credibilità del nostro paese nei contesti d’oltralpe”. Così l’assessore alla Qualità dell’Ambiente Lorenzo Nicastro commenta la notizia relativa alla procedura di indagine della Commissione Europea nei confronti di Ilva.

“Le nostre lenzuola sono bianche, non abbiamo nulla da nascondere e nel tempo abbiamo messo in campo tutte le attività che erano nei nostri poteri che, per la verità, sono piuttosto risicati e relegati più ad attività di contenimento e di segnalazione che di intervento vero e proprio. Ma qui – prosegue Nicastro – il tema è ben oltre le nostre competenze e le nostre possibilità. Dal 26 luglio dello scorso anno stiamo lavorando a spron battuto eppure, per una questione di patto di stabilità, rischiavamo che tutto l’impegno fosse vano e che non si riuscissero a concretizzare gli interventi. Oggi viene sottoscritto il protocollo tra gli attori della Cabina di Regia che rende il Comune di Taranto pienamente operativo a gestire sul piano tecnico e amministrativo gli interventi nel quartiere Tamburi.”

“Ma quando l’oggetto della discussione si sposta sulla gerarchia delle fonti di produzione delle leggi, sulla scala di valori all’interno delle leggi stesse – conclude Nicastro – allora la questione è in capo al legislatore nazionale. Per meglio dire quando nel nostro paese si tende ad una centralizzazione del tema della produzione, quale che siano le modalità con cui essa viene attuata, facendone quasi un valore assoluto e comprimendo altri diritti come quello alla salute, alla sicurezza dei luoghi di lavoro, alla tutela della matrice ambientale, allora non è certo la Regione Puglia che deve spiegare all’Europa queste scelte chiarendo il perché si rischi di andare contro diritti fondamentali sanciti a livello internazionale”.

 

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