Ammazza che Piazza denuncia “l’incuranza dell’ignoranza”

Viale Jonio, zona San Vito, Taranto: in un tratto che potrebbe essere il fiore all’occhiello della nostra città, nell’area verde situata all’ingresso della frazione di San Vito, da circa una ventina di giorni un’altra barriera si pone tra la strada e la vista della nostra splendida città. Come se non bastassero il verde non curato e il tappeto di fazzoletti alimentato da incuranti visitatori, questa parte di litorale è diventato il deposito a cielo aperto per una montagna di rifiuti e di sacchi neri. Oltre alla mancanza di rispetto per gli spazi comuni di cui tutti i cittadini possono godere, in questo caso vi è la strafottenza per le persone che purtroppo non ci sono più; infatti la concentrazione più rilevante si trova proprio nei pressi della lapide del nostro angelo e fratello Claudio Morabito.

Questi cumuli di immondizia lasciati tranquillamente abbandonati al ciglio della strada, sembrano contenere rifiuti organici di origine vegetale, derivanti dalla bonifica di aree verdi, scaricati abusivamente da parte di alcune imprese di giardinaggio. Noi del gruppo spontaneo Ammazza che Piazza ci impegniamo giornalmente nel ridare vita al verde comune, tenendo ben presente quanto possa essere faticoso avviare la fase di smaltimento dei rifiuti, dopo la riqualificazione di un’area, ma non è sicuramente buttando le foglie morte nel giardino del nostro vicino, o nascondendo la polvere sotto il tappeto, che si migliora il nostro habitat.

La situazione dei rifiuti preoccupa la cittadinanza di San Vito che negli ultimi mesi, in seguito alla mancanza di un’efficiente raccolta differenziata “porta a porta”, vede le proprie strade trasformarsi in discariche a cielo aperto. Per questo motivo non sono mancate le numerose segnalazioni dei cittadini alle istituzioni competenti e all’ Azienda Municipalizzata di Igiene Urbana (AMIU). Informati della pessima condizione in cui versa questo tratto di litorale, il nostro movimento si è impegnato in prima linea per sollecitare la raccolta di questi rifiuti, attraverso le numerose segnalazioni da diversi giorni.

Come ormai capita spesso in questa città, ci siamo imbattuti in alcune pratiche che ormai sembrano andare di moda nei palazzi delle istituzioni che dovrebbero garantire il bene comune per la nostra terra. Parlare con qualcuno di competenza in materia, in grado di fornirci risposte concrete per risolvere anche piccoli problemi, sembra esser diventato un’utopia, e quelle poche volte in cui qualcuno ci fornisce delle risposte, servono solamente a sballottarci da una persona o da una competenza all’altra, come una palla in un flipper.

Le palle di un flipper solitamente sono destinate a terminare la loro corsa in buca, ma stavolta non saremo noi a fare quella fine; in buca ci devono soltanto finire quei rifiuti che sono un’offesa per l’ambiente, per le persone che amano la città e soprattutto per il nostro guerriero. Potremmo essere noi in prima persona a spostarli per l’ennesima volta, e probabilmente chi fa finta di non capire che questo scempio non esista, tra qualche giorno potrebbe far un simpatico slalom tra i rifiuti prima di accedere ai propri uffici.

AMMAZZA CHE PIAZZA

 

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