Referendum Ilva, Peacelink: «Siamo orgogliosi del risultato. Daremo filo da torcere»

«Vogliamo sottolineare che 34 mila persone che vanno a votare non sono un flop. Oltre 30 mila hanno scelto la chiusura degli impianti più inquinanti dell’Ilva, quelli dell’area a caldo. E’ la prima consultazione referendaria della storia cittadina. E’ la più grande mobilitazione che ci sia mai stata a Taranto sulla questione». E’ questa l’interpretazione che  Alessandro Marescotti e Fulvia Gravame (Peacelink) danno al voto di ieri. «Per molto tempo si è disquisito sul numero dei partecipanti ai cortei locali per la salute e l’ambiente: 5 mila, 10 mila, 15 mila, 20 mila – dicono – oggi  con certezza ci siamo contati e abbiamo superato i trentamila cittadini attivi . Con questi numeri si può cambiare Taranto. La storia non la fanno gli assenti».

Proseguono i due ambientalisti: «Siamo orgogliosi del risultato ottenuto. Abbiamo visto – con fiera dignità – affluire ai seggi a testa alta, persone coscienti di fare qualcosa di importante. Questi cittadini daranno filo da torcere. Ora talloneremo l’azienda sulle inadempienze dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA). Ai parlamentari chiederemo una legge che cancelli le cosiddette norme Salva-Ilva. Sulla questione dei piombo nel sangue dei bambini lanceremo una campagna senza precedenti. Sulle bonifiche non fatte con il criterio di “chi inquina paga”  interesseremo direttamente la Commissione Europea. Abbiamo tante iniziative e andremo all’attacco. Taranto non ritornerà più indietro».

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