Peacelink: «Perché c’è tanta diossina nei deposimetri a Taranto?»

Se dal camino E312 dell’Ilva fuoriesce (durante i controlli dell’Arpa) circa il 97% di diossina in meno rispetto al 2008, ci dovremmo attendere un analogo taglio del 97% nelle deposizioni di diossina nel quartiere Tamburi: come mai cio’ non avviene? La consistente riduzione della diossina registrata con controlli (non in continuo) sul camino E312 dell’Ilva non ci puo’ pertanto tranquillizzare.

Va sottolineato ancora una volta che manca la conferma del “campionamento continuo” che da 4 anni non viene installato, nonostante sia previsto dalla legge regionale sulla diossina (art.3). Gravi sono le responsabilita’ della Regione che ha permesso ai “tavoli tecnici” di portare alle lunghe la scelta e l’installazione di una strumentazione cruciale che consente il controllo 24 ore su 24 al camino.

Tuttavia, anche senza campionamento continuo, possiamo notare che le riduzioni registrate ufficialmente nei controlli Arpa “al camino” sono contraddette dalle notevoli e persistenti ricadute di diossina sugli edifici e le scuole del quartiere Tamburi in particolare. In sostanza la pecora trovera’ diossina fresca in quantita’ tale da potersi contaminare di nuovo. E i bambini che si mettessero le mani in bocca oggi non sono sostanzialmente più sicuri di 5 anni fa.

Questa cosa e’ grave e smentisce ogni inopportuno ottimismo. Il dato del camino (-97%) possiamo dire percio’ (e lo affermiamo con sicurezza) che non ha conferme cosi’ eclatanti nei deposimetri. I deposimetri sono strumenti di verifica periodica delle deposizioni di polveri contaminate da diossina. Essi sono frequentemente lavati e “azzerati”, e cosi’ ripartono “puliti” per controllare la contaminazione delle polveri. Come mai alla fine sono sempre “sporchi di diossina” nonostante il camino E312 venga additato da Vendola come un successo europeo?

Qualcosa non torna e il trionfalismo ci precluderebbe la possibita’ di capire. E’ come se avessimo dichiarato di ridurre del 97% il flusso di un rubinetto per poi scoprire che la vasca sottostante si riempie velocemente più o meno come prima. I deposimetri sono pertanto la “prova del 9”. e nei deposimetri viene raccolta più o meno la diossina di cinque anni fa, allora vuol dire che qualcosa sfugge ai controlli dell’Arpa. Vi sono infatti recenti picchi di diossina nei deposimentri che superano i valori medi del 2008. Come mai? Ecco perche’ sarebbe sbagliato considerare il problema risolto e archiviato: la “criticita’ diossina” sussiste e bisogna capire perche’.

Le indagini dei periti della magistratura indicano una somiglianza della “impronta” della diossina rinvenuta alla base del camino rispetto all'”impronta” della diossina riscontrata nei pascoli e nel quartiere Tamburi. Chiediamo pertanto all’Arpa che si faccia delegare dallo Spesal le funzioni di controllo delle poveri alla base del camino E312 all’interno del perimetro della fabbrica. La grave lacuna che c’e’ oggi e’ infatti proprio l’assenza di un controllo delle polveri fuggitive che dovessero eventalmente uscire dalla base del camino (che dovrebbe essere bunkerizzata e resa ermetica).

Le gravi lacune dei controlli (assenza del campionamento continuo e assenza di controlli continuativi alla base del camino) fanno si’ che i dati Arpa sul camino E312 NON siano INDICATIVI della risoluzione del problema diossina. Che persiste e che puo’ produrre nuove contaminazioni delle matrici ambientali ed alimentari.

Comunicato stampa di Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink

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