Decreto “salva Ilva”, Sebastio: “Da Consulta la parola definitiva”

“Questa vicenda ha una connotazione  che, oltre che processual-penalistica, è di enorme importanza da  un punto di vista sociale ed etico”: lo ha dichiarato il procuratore della Repubblica di Taranto Franco Sebastio,  commentando la notizia del ricorso presentato alla Consulta  contro il decreto legge 207 “salva-Ilva” approvato dal Consiglio  dei ministri lo scorso 3 dicembre e convertito in legge dal  Parlamento il 20 dicembre scorso. E’ quanto riporta Vittorio Ricapito sul sito di “TmNews”.

“Forse per la prima volta – prosegue il procuratore – viene  posto il problema della compatibilità fra il diritto alla salute  e quindi alla vita, e altri diritti pure costituzionalmente  protetti, quali il diritto al lavoro e alla libera esplicazione  dell`attività imprenditoriale, nonché quello delle competenze fra  i vari Poteri dello Stato. Tale problematica è emersa a Taranto  per la vicenda Ilva, ma potrebbe sorgere in futuro anche in altre  sedi, sicché va detta una parola chiara e definitiva, sia per  quanto riguarda la questione già indicata (antinomia fra diritto  alla vita e diritto al lavoro), sia per quanto riguarda  l`autonomo esercizio dei poteri-doveri di competenza dei vari  organi dello Stato. Le soluzioni non possono essere demandate ai  singoli poteri ma devono essere affidate  all`unico organo che ha  competenza specifica, la Corte Costituzionale. E` pertanto, in  quest`ottica che viene richiesto, e che potrà essere  ulteriormente richiesto in seguito, l`intervento del Giudice  delle Leggi, unico organo deputato a dire una parola definitiva  sulla problematica in questione: attenderemo serenamente le sue  decisioni, che forniranno una risposta chiarificatrice in merito”. ”

Tutto ciò – conclude il procuratore  Sebastio – non per alimentare ipotetici conflitti con i più alti  Poteri dello Stato, che non avrebbero ragion d’essere, ma per  ottenere definitiva chiarezza su una problematica così delicata e  complessa, in un`ottica non di lotta e contestazione, ma di  collaborazione ispirata ad un idem sentire”.

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