Emergenza sanitaria, i tarantini come cavie umane

TARANTO – A Taranto non si muore di vecchiaia. A confermare una verità, tristemente nota ai tarantini, è l’aggiornamento (al 2009) dello studio Sentieri, condotto dall’istituto superiore di Sanità. Il quadro che emerge è devastante. Il Rapporto «Ambiente e salute a Taranto: evidenze disponibili e indicazioni di sanità pubblica» è stato presentato questa mattina in una conferenza stampa nel padiglione Vinci dell’Ospedale Santissima Annunziata alla presenza del ministro della salute, Renato Balduzzi  e dei responsabili dello studio, promosso dal Ministero della Salute e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità. Secondo i dati ufficiali del ministero, a Taranto, si registra un eccesso di mortalità per tutte le cause del 14 per cento per gli uomini e dell’8 per cento per le donne.

Nello specifico, il rapporto segnala  tra gli uomini un eccesso del 50% per il tumore maligno del polmone, 100% per il mesotelioma e tumori maligni del rene, 30% per il tumore alla vescica e per i tumori della testa e del collo, 40% per il tumore maligno del fegato, 60% per il linfoma non Hodgkin, più 20% per il tumore maligno del colon-retto e per il tumore della prostata, 90% per il melanoma cutaneo; e ancora 14% per le malattie circolatorie,  17% per quelle respiratorie, 33% per i tumori polmonari, 419% per i mesoteliomi pleurici. Per le donne invece l’eccesso è del 14% per le malattie circolatorie, del 30% per i tumori polmonari, del 75% per i tumori al fegato, del 211% per il mesotelioma pleurico.

Il segno più, che in questo caso rappresenta la sconfitta di uno Stato incapace di tutelare i più deboli, è impietoso anche in età pediatrica: a Taranto, entro il primo anno di vita, muore il 20% di bambini in più rispetto al resto della Puglia. Una percentuale che tocca la punta del 40% se consideriamo la fase prenatale. In pochi rimangono sorpresi dai dati. Tra questi c’è il ministro Balduzzi che spiega:  “Questi dati tendono a non scendere. Tuttavia abbiamo chiesto al ministro dell’Ambiente una svolta e l’abbiamo ottenuta con l’Aia, dal momento che tutte le nostre proposte sono state accolte”.

Le azioni accolte sono principalmente due: un monitoraggio sanitario che vigili sull’efficacia delle prescrizioni e la costituzione di un osservatorio che prevede la collaborazione di enti locali, nazionali ed internazionali “al quale affidare l’interpretazione dei dati”. In base alle conclusioni “stabiliremo almeno una scansione annuale dei dati del monitoraggio sanitario – sottolinea il ministro della Salute – la mia sensazione è che dobbiamo fare di più. Le risorse del ministero sono modeste, ma cercheremo di convogliare in questa direzione una parte dei fondi del prossimo anno”.

La correlazione tra l’inquinamento ambientale prodotto dall’Ilva e l’insorgenza delle patologie è chiaro. “L’analisi degli studi dei dati precedenti e anche la stessa letteratura scientifica sugli agenti inquinanti presenti nell’aria determina una forte suggestione che ci porta ad evidenziare nella componente ambientale la causa principale di questi eccessi di mortalità che interessano sia gli uomini che le donne”, spiega la professoressa  Musmeci. Dall’esposizione all’inquinamento nessuno rimane indenne perché se le aree più a ridosso dell’Ilva sono maggiormente esposte al benzoapirene e agli idrocarburi policiclici aromatici, le aree più distanti, nel raggio di 15 kilometri, devono temere gli effetti della diossina (Fabiana Di Cuia)

AIA, LICENZA DI UCCIDERE – I tarantini trattati come cavie umane. Al di là dei toni pacati e delle parole misurate,  è questa la verità che emerge dopo aver ascoltato il ministro Balduzzi e gli esperti che lo affiancavano durante la conferenza di questa mattina. I dati sulla mortalità, tenuti per mesi nel congelatore e finalmente presentati alla stampa, confermano tutta la drammaticità di una situazione che doveva essere affrontata con parecchi anni di anticipo. Ed è proprio questa consapevolezza che fa apparire come raccapricciante il rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale all’Ilva con nuove prescrizioni che di certo non impediranno ad altri cittadini di ammalarsi e morire anche nei prossimi anni a causa dell’inquinamento prodotto dal siderurgico. Un’Aia che permette la produzione annuale di 8 milioni di tonnellate fissando scadenze temporali esagerate (basti pensare ai tre anni concessi per  la copertura dei parchi minerali e l’attesa fino al 30 giugno 2014  per la fermata e il rifacimento dell’Altoforno 5) equivale ad una licenza di uccidere. E più di qualcuno, prima o poi, dovrà assumersene la responsabilità.  (Alessandra Congedo)

L’APPELLO DI MERICO – «Noi abbiamo visto un bambino col tumore al terzo giorno di vita, qui c’è un danno genotossico che colpisce due generazioni. Bisognerebbe fare un monitoraggio anche sulle donne in gravidanza. Vi chiedo di darci una mano perché Taranto ha veramente bisogno di aiuto». E’ l’appello rivolto da Giuseppe Merico, primario di Pediatria dell’ospedale Santissima Annunziata, agli esperti che hanno preso parte alla conferenza stampa.

Nella foto il sit-in di protesta organizzato davanti all’ospedale Santissima Annunziata da un gruppo di cittadini

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