Ilva, la cautela di Vendola: «Più che fare in fretta, occorre fare bene»

Emerge una diversità di toni e di pensiero tra il ministro dell’Ambiente Corrado Clini e i vertici della Regione Puglia. Mentre il primo esprime in maniera fin troppo evidente la voglia di chiudere in fretta la partita sull’Autorizzazione Integrata Ambientale all’Ilva, preso da una frenesia che rischia di partorire un documento inadeguato, il presidente Nichi Vendola lascia trasparire una maggiore cautela. Riportiamo di seguito la sua nota stampa.
“Al tavolo dell’Autorizzazione integrata ambientale occorre definire senza ambiguità la cogenza di un parametro, quello della valutazione del danno sanitario. Noi siamo di fronte a momenti decisivi per quanto riguarda il futuro dell’Ilva di Taranto e bisogna parlare con grande chiarezza. Io penso che non sia vero che siamo ad un millimetro dalla chiusura dell’Aia”.

Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola incontrando i giornalisti questa mattina a Bari. “Noi abbiamo la necessità di obbligare le aziende non a rispettare limiti di emissione astratti, bensì a rispettare la vita e la salute dei cittadini. Questo è il punto – ha continuato Vendola – e se si ha il coraggio di scrivere le cose che è necessario scrivere e di costringere un grande gruppo siderurgico come l’Ilva a prendere in considerazione gli investimenti possibili, necessari e che sono nel portafoglio di un gruppo che introita profitti enormi, beh allora credo che si possa risolvere il rebus dell’Ilva”.

Vendola ha anche ribadito che “più che fare in fretta, occorre fare bene” e ha aggiunto che “Taranto potrebbe uscire da questa palude se solo si decidesse che l’Ilva cambia radicalmente, nel senso del più assoluto rispetto della salute dei cittadini di Taranto. Solo a queste condizioni – ha detto Vendola – l’Ilva può sopravvivere. Ma non è più possibile immaginare che l’Ilva debba sopravvivere continuando a ferire la vita di una comunità. Io penso – ha concluso Vendola – che ci sono le condizioni, a patto che l’Ilva faccia la sua parte, per ottenere un salto epocale che consenta di salvaguardare il diritto al lavoro, il diritto all’ambiente e soprattutto la vita dei tarantini”.

 

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