Chiazza in Mar Grande, l’Arpa conferma: “Erano idrocarburi derivanti da attività Eni”

Eni Taranto

TARANTO – «La chiazza era dovuta a idrocarburi provenienti dall’attività della Raffineria». Sono passati circa venti giorni dalla scoperta di un rilevante sversamento in Mar Grande, in zona Punta Rondinella, nelle immediate vicinanze del canale di scarico dello stabilimento.

Da allora le valutazioni della dottoressa Maria Spartera, responsabile locale di Arpa Puglia, non sono cambiate di una virgola. L’esito delle analisi sui campioni prelevati dai tecnici di Arpa Puglia nel corso di quella giornata sarà ufficializzato nei prossimi giorni tramite comunicazione alle autorità competenti: dalla Provincia al ministero dell’Ambiente, passando per l’Ispra e l’Autorità Giudiziaria. Com’è facile intuire si tratta di questioni che interessano il rispetto dell’Aia da parte dell’azienda.

Sulla vicenda, che aveva destato l’allarme di associazioni ambientaliste e cittadini per l’ennesima aggressione subìta dal nostro mare, era intervenuto il sindaco Stefàno con una nota inviata, tra gli altri, ad Arpa Puglia, Asl, Capitaneria di Porto, questore e prefetto, nella quale si chiedeva di fare chiarezza sull’accaduto. L’Eni, contattata da alcuni giornalisti, aveva dichiarato la sua estraneità all’episodio.

Ieri, invece, la dottoressa Spartera ha ribadito la posizione di Arpa Puglia: «Si trattava di idrocarburi legati all’attività della Raffineria. Lo sversamento potrebbe essere stato causato da un’anomalia di gestione degli impianti». Ricordiamo che sul posto, il 19 gennaio, erano intervenuti gli uomini della Capitaneria di Porto, della Polizia di Stato e della Polizia Provinciale, oltre ai tecnici della Ecotaras che avevano effettuato le necessarie operazioni di contenimento della chiazza e di bonifica.

Alessandra Congedo

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