«Ipa, i valori salgono man mano che ci si avvicina all’Ilva». Il monitoraggio effettuato da Marescotti

TARANTO – «Da quando un giorno ho visto apparire sul display dell’Analizzatore un valore superiore a 300 ng/m3, mi sono un po’ inquietato. Ho deciso, quindi, di monitorare costantemente la situazione in zona Bestat. Qui i valori degli Ipa (Idrocarburi Policiclici Aromatici) sono alti. A volte, si impennano. Se vanno oltre i 15 ng/m3 è probabile che si superi il fatidico nanogrammmo a metro cubo di benzo(a)pirene». 

Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink, non nasconde la sua preoccupazione per le scoperte fatte usando uno strumento che misura gli Ipa (sostanze cancerogene) presenti nell’aria. «Il 13 gennaio, il mio monitoraggio ha fatto emergere una media di 80 ng/3, mentre il giorno dopo la media si è attestata a 23 ng/3 – spiega Marescotti – a questi valori potrebbero corrispondere, rispettivamente, 6 e 1,7 ng/m3 di benzo(a)pirene. In entrambi i giorni, il vento proveniva da nord e quindi dalla zona industriale».

Lo stesso esperimento, eseguito all’interno della pineta Cimino, domenica 15 gennaio, ha offerto ben altri risultati: nel polmone verde della città, infatti, il display ha segnato “zero Ipa”. La prova più importante, però, andava fatta nel quartiere Tamburi, dove l’incidenza dell’inquinamento industriale diventa predominante rispetto a quello dovuto al traffico veicolare. Nella stessa giornata, Marescotti si è spostato tra le case situate a ridosso dell’Ilva, in via Lisippo.

«Il valore ha superato i 60 ng/m3. Ne bastano 15 per varcare la soglia di 1 ng/m3 di benzo(a)pirene, il “limite” del pericoloso cancerogeno che il governo ha “abolito” due anni fa con il decreto legislativo 155/2010. La centralina dell’Arpa, posizionata in via Machiavelli, è troppo lontana dal siderurgico, pertanto gli Ipa sono sottostimati. Un dato risulta evidente: più ci si avvicina all’Ilva e più i valori degli Ipa salgono. Nei pressi del camino E-312 si è andati anche oltre quota 90».

Nel corso dei controlli, effettuati pure nei cortili delle abitazioni a ridosso delle ciminiere, non sono mancati momenti intensi dal punto di vista umano, come quando Marescotti ha incontrato una coppia. «Abito in queste case – le ha detto la donna di circa 35 anni – e dopo essersi toccata la gola, ha aggiunto: a ottobre mi hanno trovato quattro tumori qui”. 

Una storia che avrebbe gelato il sangue a chiunque.

Alessandra Congedo

Le tabelle relative a quattro zone della città monitorate da Marescotti

 

 

 

 

 

Nei pressi del camino E-312 dell’Ilva

 

 

 

 

Via Lisippo

 

 

 

 

Via Machiavelli (nei pressi delle centraline Arpa)

 

 

 

 

Lungomare

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