Pugliese (Uil): «Hanno ragione le associazioni: la Regione non difende l’ambiente»

TARANTO – «Le associazioni ambientalistiche hanno fatto bene a rifiutare l’incontro con una Regione che non difende l’ambiente. Sono lontani anni luce i tempi in cui la Regione Puglia assumeva impegni chiari sulla questione ambientale e, soprattutto, li rispettava». Aldo Pugliese, segretario generale della Uil di Puglia, si inserisce nel dibattitto sulle questioni ambientali e chiede: «Dov’è finito quel protocollo sottoscritto con le Organizzazioni Sindacali, attraverso il quale, con scadenza periodica, il Prefetto convocava Regione, Sindacati e associazioni per verificare la realizzazione degli interventi sugli impianti Ilva e per l’applicazione delle Bat (Migliori Tecniche Disponibili) per l’abbattimento dell’inquinamento e per la sicurezza sul lavoro? Trasformato in carta straccia dalla Regione. La stessa Regione che, con grande determinazione, aveva emanato la legge sulla diossina…”.

Pugliese dice di  approvare la decisione delle associazioni ambientalistiche di rifiutare l’incontro proposto dal presidente Vendola sulla concessione dell’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) allo stabilimento siderurgico tarantino in quanto “altro non è se non un pietoso tentativo di recuperare un rapporto logorato dai fatti”. «L’unico confronto – spiega Pugliese – della Regione è stato con l’Ilva, nonostante l’impegno ad incontrare prima i Sindacati. Non sorprende che il 4 luglio la Giunta Regionale abbia quindi espresso parere favorevole sull’Aia, preparando il terreno per l’incontro del Ministero dell’Ambiente del giorno successivo, dove di fatto si è solo ratificato un’intenzione evidente e un dato di fatto: l’Ilva produrrà il 50% in più e inquinerà proporzionalmente. Eppoi – conclude il segretario generale della Uil regionale – non si comprende per quale motivo l’Ilva, che finora non ha rispettato i limiti imposti, dovrebbe farlo ora con un’autorizzazione ministeriale in cassaforte. Merito anche di una Regione che, invece di difendere la salute dei cittadini e dei lavoratori, infierisce permettendo pure l’arrivo di 50mila tonnellate di immondizia napoletana, come sempre solo e soltanto nella provincia di Taranto, invece di ridistribuirle su tutto il territorio regionale».

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