Ex Ilva, dati Arpa su colline ecologiche: consiglieri opposizione chiedono intervento sindaco

L’Amministrazione comunale informa di aver ricevuto i primi risultati delle analisi aggiuntive richieste nel mese di marzo ad Arpa Puglia, a proposito della vicenda delle cosiddette collinette ecologiche al quartiere Tamburi. Come noto, per preservare da qualsivoglia rischio i piccoli frequentatori delle scuole adiacenti a quel sito, il sindaco aveva disposto la chiusura temporanea dei plessi Deledda e De Carolis.

Lo stesso primo cittadino – si legge in una nota – ha richiesto formalmente a sua eccellenza il Prefetto di Taranto, nella giornata di ieri, di riconvocare a stretto giro le Autorità aventi titolo sulla complessa vicenda, al fine di valutare compiutamente l’esito delle citate analisi, comprendere la fattibilità della eventuale messa in sicurezza delle collinette, ragionare dunque della rimodulazione degli ulteriori interventi con risorse pubbliche previsti in quei plessi ed in fine stabilire se questi ultimi possano essere regolarmente aperti per l’inizio del prossimo anno scolastico.

Il Comune di Taranto precisa che ogni altra informazione che in queste ore circola intorno alla questione, e fino all’insediamento della menzionata conferenza di servizi sotto l’egida della Prefettura, è destituita di fondamento amministrativo”.

Sulla vicenda dei superamenti riscontrati (in alto la tabella elaborata da Arpa Puglia) intervengono i  consiglieri comunali di opposizione Battista, Fornaro e Corvace: “Tutti sanno ma nessuno parla. Riteniamo, quindi, doveroso informare la popolazione degli sviluppi relativi alla questione “collinette ecologiche”.

Il sindaco Melucci, con l’ordinanza numero 9 del 2 marzo 2019, ha di fatto chiuso le scuole De Carolis e Deledda a causa degli inquinanti rinvenuti nelle cosiddette “collinette ecologiche”.

In attesa di ulteriori accertamenti, gli alunni di queste scuole, circa 700, sono stati costretti a turni pomeridiani in altre scuole del quartiere Tamburi per poter portare a termine l’anno scolastico.

Un sacrificio che è costato caro ai bambini, costretti nei fatti a rinunciare ad ogni tipo di attività extrascolastiche pomeridiane, sancendo definitivamente che nemmeno il diritto allo studio e al gioco è preponderantue nei confronti della produzione di acciaio.

Lo stesso sindaco Melucci si è detto più volte pronto ad ordinanze atte alla tutela della popolazione tarantina, tanto da lanciare un ultimatum scaduto alle 12 dell’8 aprile 2019.

Dai dati in nostro possesso, a seguito di rilevazioni top soglia, ossia dello strato superficiale del terreno, delle collinette e zone limitrofe, risultano valori di diossine tre volte superiori al normato.

Questi dati sono in possesso non solo del sindaco ma anche della Provincia, della Prefettura, della Procura, dell’ASL, di ISPRA, del Ministero dell’Ambiente e di ogni ufficio ARPA.

Nessuno, però, ha ritenuto necessario avvisare i cittadini coinvolti da tale sconcertante notizia.

Riteniamo che gli abitanti del quartiere Tamburi debbano sapere cosa si deposita sulle proprie case, perché qui non si tratta più di una zona circoscritta alle sole due scuole, ma anche alle civili abitazioni che ricadono nelle aree controllate.

Allora, dopo aver chiuso due scuole, ora procederemo con un’evacuazione di massa del quartiere?

Il sindaco chiedeva dati certi per fermare la produzione dello stabilimento ex-Ilva, in ottemperanza a quanto riportato nel TUEL articolo 50 comma 5: i dati ora ci sono, serve il coraggio di firmare un’ordinanza di fermo immediato degli impianti.

In alternativa dovremo davvero deportare altrove una comunità per permettere a dei privati di continuare a fare profitto.

Attendiamo che tutti gli enti che hanno ricevuto questi dati si attivino in base alle proprie competenze, viceversa saranno tutti complici della strage di vite umane per malattie correlate all’inquinamento industriale”.

I consiglieri si riferiscono ai risultati relativi ai campioni di topsoil prelevati lo scorso 5 aprile. Attività che è stata effettuata su disposizione del Prefetto di Taranto che nel corso del Tavolo Tecnico tenuto in Prefettura (6 marzo 2019) aveva richiesto il campionamento e l’analisi del cosiddetto topsoil della zona interessata.