Taranto al voto, Romandini: una filiera agroalimentare per rigenerare i Tamburi

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“Realizzare una filiera agroalimentare nelle zone inquinate. Come? Con le serre idroponiche e le fitotecnologie si possono creare nuovi posti di lavoro, bonificare il suolo,  rilanciare l’agricoltura, produrre energia pulita. Un esempio virtuoso di economia circolare e green per riqualificare e rigenerare il rione Tamburi soffocato da fumi e polveri”. Lo propone il candidato sindaco Luigi Romandini. Di seguito la nota completa.

Non è un sogno e nemmeno fantascienza. Queste tecnologie sono state già applicate con successo in altre parti d’Italia: nel Lazio sono stati creati nuovi posti di lavoro, ad Avellino si producono pomodori di fascia alta destinati ad una nota azienda agroalimentare. I finanziamenti necessari possono essere attinti dai fondi Pac (Politica agricola comune) 2014/2020 dell’Unione europea.

Le serre idroponiche sono chiamate anche coltivazioni fuori dal suolo perchè le piante non hanno alcun contatto con il terreno. I semi vengono piantati in un substrato inerte (argilla espansa e altri materiali). L’energia elettrica necessaria e il microclima ideale per la crescita e lo sviluppo sono garantiti da un impianto di cogenerazione alimentato da biomasse costituite da scarti delle lavorazioni agricole ma, soprattutto, da piante utilizzate per le cosiddette fitotecnolgie di bonifica. Si tratta di piante erbacee o alberi che assorbono dal terreno sostanze inquinati (metalli pesanti, sostanze radioattive ecc) realizzando, in questo modo, un sistema di bonifica del tutto naturale e ad impatto zero.

Questo è uno dei tanti interventi possibili  che rientrano nel più generale progetto di rilancio delle periferie urbane e costiere di Taranto. Di ognuna abbiamo esaminato le peculiarità e per ognuna abbiamo una proposta di rivitalizzazione sociale ed economica. Non interventi fotocopia, ma studi mirati con l’individuazione delle necessarie fonti di finanziamento.

Alle promesse, alle idee vaghe e confuse, rispondiamo con la concretezza, con la competenza, con la conoscenza, con il coraggio di proporre progetti realmente fattibili. Vogliamo istituire l’Assessorato alle Periferie perchè vogliamo cambiare la città. Siamo liberi dai partiti e dai movimenti che negli anni scorsi hanno portato Taranto al dissesto e poi l’hanno ridotta ad una città depressa.

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