Comune di Taranto, esposto alla Procura per fare chiarezza su conti e assunzioni

Riceviamo e pubblichiamo la sintesi dell’esposto alla Procura di Taranto, presentato oggi in conferenza stampa dal Meet Up “Amici di Beppe Grillo Taranto”, alla presenza del consigliere regionale del M5s Antonella Laricchia e dell’avvocato Francesco Nevoli.

Dal 15 settembre al 14 ottobre 2015 i Servizi Ispettivi di Finanza Pubblica della Ragioneria Generale dello Stato hanno effettuato una verifica amministrativo-contabile presso il Comune di Taranto, all’esito della quale hanno redatto una relazione che dipinge a tinte fosche la situazione in cui versa l’Ente civico.

Gli Ispettori nel loro referto ravvisano una molteplicità di violazioni di legge che riguardano ambiti decisamente più ampi rispetto a quelli sui quali potrebbe appuntarsi l’interesse della Corte dei Conti, che ha una cognizione limitata alla valutazione ed alla verifica delle spese dell’Ente.

Tali violazioni di legge – che rientrino oppure no nella competenza del Giudice Contabile – potrebbero integrare altrettanti illeciti penali il cui accertamento è opportuno avvenga quanto prima da parte dell’Autorità Giudiziaria (magari con l’ausilio dei propri consulenti tecnici), al fine di scongiurare il rischio di una declaratoria di prescrizione dei reati.

Alcune fattispecie descritte nella relazione sembrano sovrapponibili a situazioni che sono attualmente o sono state nel recente passato oggetto di verifica giudiziale in sede penale e ciò sarebbe sintomatico di una spregiudicatezza nei comportamenti, da parte degli interpreti attuali, non inibita dalle esperienze processuali subite dai loro predecessori per cariche, funzioni o esperienze svolte.

In estrema sintesi si passeranno prima in rassegna i passaggi più significativi della relazione del MEF sui quali gli Attivisti del Meet Up “Amici di Beppe Grillo Taranto” chiedono il vaglio della Procura della Repubblica di Taranto per concludere con ulteriori questioni strettamente collegate alle prime e che ne potrebbero costituire approfondimento. Questi ultimi argomenti possono ingenerare sospetti di gestione clientelare della cosa pubblica, per cui si ritengono altrettanto meritevoli di una indagine approfondita da parte degli Organi Inquirenti.

  1. La gestione del bilancio

Risultano tuttora pendenti due tronconi processuali per condotte di falso (artt. 112, co. 1 n. 1, 81, 48, 479 c.p.) commesse in relazione ai rendiconti 2000, 2001, 2002, 2003 e 2004 ed ascritte a Sindaco, Vicesindaco, taluni Assessori, Dirigente delle risorse finanziarie e componenti dell’Organo di Revisione del civico Ente del tempo. Si controverte ancora in relazione agli aspetti civilistici provenienti dal reato, di cui è stata dichiarata l’estinzione per intervenuta prescrizione.

Ebbene, in relazione ai dati di bilancio del Comune di Taranto relativi al periodo 2010-2015 gli Ispettori lamentano la violazione di quei principi di prudenza, di veridicità e di attendibilità del bilancio di cui tanto si è già parlato nella aule giudiziarie. E ciò, nonostante i richiami della Corte dei Conti e del Collegio dei Revisori dei Conti, tutti ignorati dall’Ente.

I Funzionari del MEF, condividendo il rilievo dei Revisori, ritengono che alcune modalità di contabilizzazione danno una falsa rappresentazione dell’equilibrio di parte corrente del bilancio ed alterano il risultato del patto di stabilità interno per gli anni 2011 e 2013, nonostante il Comune di Taranto abbia reso certificazioni di segno contrario. Non si è, quindi, provveduto ad applicare le sanzioni previste dalla legge per il mancato rispetto del patto di stabilità interno. In particolare, contrariamente al dettato normativo, l’Ente negli anni successivi a quelli indicati ha effettuato assunzioni di personale e non ha applicato la decurtazione del 30% delle indennità di funzione di Sindaco, componenti della Giunta e Presidente del Consiglio comunale e dei gettoni di presenza dei Consiglieri comunali.

È risultato, inoltre, che nel periodo 2010-2014 siano stati riconosciuti numerosissimi debiti fuori bilancio; a causa della loro entità già i Revisori, nella relazione al consuntivo 2011, avevano rammentato che la loro presenza costituisce violazione delle norme di cui agli artt. 191 e ss. del T.U.E.L., minando di fatto l’impianto programmatorio di bilancio strutturato in sede di previsione. Profili di criticità sono stati individuati con riferimento alle seguenti delibere del Consiglio comunale di riconoscimento di debiti fuori bilancio:

  • delibera C.C. n. 105/2010 di riconoscimento a favore di AMAT s.p.a. della somma di € 35.293,44 (AMAT ha inviato fattura – per l’attività di rilevazione delle infrazioni al C.d.S. riscontrate nella gestione di parcheggio di cui è affidataria – nel mese di giugno 2009 a ufficio diverso da quello competente, facente comunque parte della Direzione P.M.; quest’ultimo ha provveduto a trasmettere la fattura all’ufficio competente cinque mesi dopo averla ricevuta);
  • delibera C.C. n. 108/2010 di riconoscimento a favore di ATI società cooperativa Teoma a.r.l. (designata mandataria) e Foser (designata mandante) della somma di € 67.703,20 (costi relativi a servizio di pulizia per i mesi di novembre e dicembre rimasti privi di impegno di spesa nell’esercizio di competenza; trattasi di spese ordinarie e preventivabili che andavano contabilizzate nel 2009);
  • delibera C.C. n. 122/2015 di riconoscimento a favore di Infrataras (costi relativi all’attività di verifica degli impianti termici ed altri servizi specialistici espletati nei mesi di ottobre-dicembre e rimasti privi di stanziamento in bilancio, sebbene tali mensilità fossero coperte da impegno contrattuale).
  1. L’indebitamento

L’Organo ispettivo del MEF ha accertato che tutti i mutui negli anni accesi dal Comune di Taranto con la Cassa Depositi e Prestiti presentano un residuo ancora da erogare, consistente nella differenza fra l’ammontare complessivo del mutuo concesso e quanto effettivamente riscosso dall’Ente. In relazione a mutui contratti per € 9.052.326,91 il Comune “avrebbe potuto procedere a richiedere il residuo capitale. Di fatto l’ente sta pagando gli interessi o ha pagato (se l’ammortamento si fosse già concluso) su tali somme, benché le stesse non siano state utilizzate”. Nonostante l’esistenza di residui riscuotibili provenienti da mutui già in essere, senza evidentemente compiere alcuna verifica preliminare, l’Ente ne ha acceso uno nuovo nel 2010!

  1. Le società e gli altri soggetti partecipati

Il Comune di Taranto non effettua alcuna attività di controllo cd. analogo (influenza decisiva dell’ente pubblico sugli obiettivi strategici e sulle decisioni significative del soggetto controllato) nei confronti delle sue partecipate e non si è, comunque, mai curato di fornire loro direttive in materia di assunzioni o di contenimento della spesa del personale. Serie criticità sono state riscontrate in relazione ai compensi percepiti dagli amministratori dei seguenti soggetti partecipati:

– AMAT s.p.a. (compensi mensili percepiti dal 09.08.2012 al 25.02.2013 e dal 26.02.2013 al 31.12.2014, rispettivamente superiori di € 644,29 e di € 145,29 rispetto al limite massimo calcolato di € 7.400,27);

– CTP s.p.a. (compensi elargiti ai componenti del C.d.A. superiori al massimale di legge di € 31.895,13 nel 2011 e di € 13.493,98 nel 2012; maggiori importi riconosciuti all’Amministratore unico di € 1.944,76 nel 2013, € 2.023,83 nel 2014 ed € 337,30 nei primi due mesi del 2015).

Sostiene, infine, l’Organo ispettivo del MEF che la necessità di operare, in conseguenza del mancato rispetto del patto di stabilità interno, la decurtazione dell’importo relativo all’indennità di funzione del Sindaco, che costituisce la base di calcolo per determinare i compensi degli amministratori delle società partecipate, impone comunque il ricalcolo di questi ultimi a partire dal 2012.

  1. La spesa del personale

In ognuna delle annualità del quinquennio sottoposto a verifica il Comune di Taranto ha effettuato assunzioni di personale. Tanto per il mancato rispetto del patto di stabilità interno, quanto per ulteriori violazioni normative riscontrate, il Comune non avrebbe potuto procedere con l’assunzione di personale.

Particolare attenzione ha meritato il trattamento accessorio della dirigenza. Con deliberazione commissariale n. 267 del 21.11.06 (successiva alla dichiarazione di dissesto), costatato che alcuni dirigenti avevano percepito fino a quel momento una retribuzione di posizione superiore al massimo contrattuale, tutte le posizioni erano state riportate entro tale limite.

Contestualmente il Commissario aveva approvato i criteri di pesatura da applicarsi per graduare le posizioni e definire la retribuzione spettante a ciascun dirigente. Tale pesatura, tuttavia, non è mai avvenuta e scrivono gli Ispettori: “in tutto il periodo esaminato tutti i dirigenti hanno percepito la medesima retribuzione di posizione, pari all’importo massimo previsto dal contratto per tempo vigente. […] In assenza dell’atto di graduazione, ossia della pesatura, l’erogazione della retribuzione di posizione a tutti i dirigenti nella misura massima è illegittima”.

Le menzionate erogazioni potrebbero essere coperte dalla sanatoria (prevista dall’art. 4, co. 3, d.l. n. 16/14), ma unicamente fino al 31.12.2012, per cui “la retribuzione di posizione erogata ai dirigenti dal 01/01/2013 a tutt’oggi è illegittima e, non essendo più coperta dalla sanatoria, va recuperata dai dipendenti”. Orbene, l’importo erogato in eccedenza (fino ad agosto 2015) è stato calcolato in ben € 892.241,10! Ricordano, comunque, gli Ispettori del MEF che il primo e principale presupposto per l’applicazione della sanatoria è che l’Ente abbia rispettato il patto di stabilità interno, situazione che non si è verificata nel 2011 e nel 2013. Sono state esaminate, inoltre, le deliberazioni giuntali che ogni anno hanno destinato una quota dei proventi contravvenzionali a specifici progetti obiettivo della polizia municipale, incrementando di pari importo il fondo per la produttività.

I progetti obiettivo in questione – si legge in relazione – “hanno ad oggetto attività ricorrenti e sono ripetuti nel corso degli anni in forme pressoché identiche. Non si tratta, quindi, propriamente di «nuovi servizi», ma della riproposizione dei medesimi per anni. Il dato è evidente per tutti quelli che concernono la presenza degli agenti nel corso di manifestazioni religiose o civili (Santo Patrono, Maggio Tarantino, festività pasquali etc.), che sono stati finanziati ogni anno con i proventi in parola, ma il rilievo coinvolge anche altri, che solo apparentemente presentano elementi di novità e rispetto ai quali, in ogni caso, emergono altre obiezioni”.

Emblematico di ciò è il progetto “Manifestazioni civili e religiose del mese di giugno” (DG n. 83/14) in cui “le attività descritte rappresentano l’ordinaria attività della polizia municipale, da ripetersi normalmente ogni anno in occasione degli eventi descritti: non si coglie il quid novi dell’intervento né il carattere di potenziamento dei servizi esistenti. Il carattere ripetitivo dell’evento e dei progetti correlati revoca in dubbio la legittimità dell’incremento”. Queste attività, come altre prestazioni rese dagli agenti di PM pure retribuite mediante il ricorso ai progetti obiettivo, “sono a tutti gli effetti servizio straordinario, ma non sono considerate tali dall’ente, che non le calcola nel relativo plafond”.

Analoghe censure erano emerse dagli atti del processo cd. stipendi d’oro, che vede imputate 34 persone (Dirigente, Capiservizio e Capoufficio delle risorse finanziarie, Capiservizio delle risorse umane e dipendenti dei servizi della direzione risorse finanziarie). Attualmente il processo pende dinanzi alla Corte di Cassazione dopo che la Corte di Appello ha dovuto dissequestrare per l’intervenuta prescrizione le somme a suo tempo sottoposte a vincolo reale per 24 imputati e di importo pari agli emolumenti illecitamente percepiti da costoro a titolo di progetti-obiettivo.

  1. Forniture di beni e servizi

Oggetto di verifica sono state le proroghe degli affidamenti per la fornitura di beni e servizi di valore superiore a € 40.000,00, attesa la vigenza del “principio che l’amministrazione pubblica, una volta scaduto un contratto, qualora abbia ancora necessità di avvalersi dello stesso tipo di prestazioni, debba effettuare una nuova gara”.

Anche in questo caso si registrano i precedenti processuali costituiti dalle varie inchieste che hanno riguardato gli appalti relativi ai servizi di vigilanza, pulizia degli uffici comunali e trasporto di alunni disabili, prorogati evitando l’espletamento della gara; nel corso di uno di questi giudizi la Pubblica Accusa ha, per di più, provveduto a depositare elenchi di nominativi di persone assunte dalle aziende beneficiarie delle proroghe su segnalazione di politici e funzionari del Comune di Taranto. Ad avviso degli Ispettori le proroghe disposte in contrasto con la normativa sono quelle relative a:

– Consorzio Thesis Roma, per servizio di pulizia degli asili nido e delle scuole dell’infanzia comunali (contratto di durata pari a tre anni scolastici e scaduto il 30.09.14, ma prorogato più volte fino a tutto giugno 2015);

– AMAT s.p.a., per servizio di trasporto scolastico (prorogato con una serie di determinazioni in sequenza dalla n. 53 del 26.02.13 alla n. 294 del 23.07.13);

– L’Ancora Service Soc. Coop. Sociale, per servizi di custodia e pulizia di immobili comunali adibiti a strutture mercatali (servizi affidati continuativamente all’impresa per tutto il periodo considerato in virtù di alcuni affidamenti, originariamente effettuati per breve termine – tale scelta “non pare trovare alcuna giustificazione se non nella volontà di frazionarne l’importo, rendendoli meno appetibili per la concorrenza” – a seguito di procedure negoziate senza pubblicazione di bando; “nel complesso L’Ancora ha ricevuto, nel solo periodo considerato, appalti per quasi un milione di euro”), nonché per servizio di pulizia di alcuni plessi scolastici;

– Italpulizie s.r.l., per servizio di pulizia di aree demaniali e di manutenzione del patrimonio edilizio comunale (affidamento originario per mesi sei, poi prorogato per un anno; il valore complessivo delle proroghe è di € 495.749,28 netto iva);

– Società MMF, per servizio di avvio a recupero e smaltimento rifiuti ingombranti (gestito “per oltre 29 mesi, nel solo periodo considerato, in base a cottimi fiduciari e proroghe a catena”).

  1. Le segnalazioni ulteriori

Tornando alla questione già affrontata delle assunzioni effettuate dal Comune di Taranto, sul sito web dell’Ente è reperibile la determina con la quale è stata approvata la graduatoria finale di un concorso pubblico per la copertura a tempo pieno ed indeterminato di due posti e sono stati dichiarati vincitori i soggetti classificatisi alle prime due posizioni. Orbene, il soggetto classificatosi al sesto ed ultimo posto della graduatoria come idoneo non vincitore del concorso risulta comunque attualmente in servizio presso il civico Ente.

Apprendiamo dal sito web personale di questo soggetto che egli ricopre da qualche anno un importante ruolo di supporto all’On. Michele Pelillo. Non ignoriamo che nelle Pubbliche Amministrazioni possano essere assunti in servizio soggetti non vincitori di concorso ma soltanto idonei in graduatoria, procedendo a scorrimento della stessa. L’impossibilità di apprezzare l’eventuale interesse pubblico sottostante l’assunzione di tali soggetti, tuttavia, in uno con le gravi criticità riscontrate nella spesa del personale dall’Organo ispettivo del MEF, rendono opportuno un accertamento specifico della questione da parte della Autorità Giudiziaria.

Legato allo stesso parlamentare, per essere stato componente della sua associazione di professionisti, è un legale che ha ricevuto un incarico per generica attività di consulenza per quasi 30.000 euro all’anno per tre anni da parte di un soggetto partecipato dal Comune di Taranto, come risulta dal relativo sito web. Anche in questo caso sarebbe opportuno verificare sulla base di quali criteri sia stato affidato un incarico così ben remunerato, non essendo disponibili sul web ulteriori informazioni in proposito.

In ultimo, sempre dal sito web di una partecipata apprendiamo che in primavera sono state espletate le prove scritte di un concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di una figura apicale. Verificando i punteggi di ammissione agli orali dei candidati, notiamo che c’è n’è uno che stacca prepotentemente tutti gli altri. Gli orali dovrebbero essere stati espletati a metà luglio e sembra che questo candidato sia il miglior classificato in questa prova ex aequo con altri tre, risultando, quindi, (sommando i punteggi delle due prove) il vincitore in pectore del concorso.

Sul sito web, a proposito del predetto concorso, si legge (ancora) la laconica frase “in corso di svolgimento”, quindi, sembra che si voglia far passare in sordina l’aggiudicazione del concorso. Magari questo candidato – che è la moglie dell’attuale Presidente del Consiglio Comunale e Componente del Consiglio Provinciale di Taranto, Pietro Bitetti – è effettivamente il migliore, ma il fatto che il Presidente della Commissione Esaminatrice, notoriamente vicino al Bitetti, sia stato protagonista di una recente inchiesta giudiziaria, getta qualche ombra sul concorso.

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