Registro Tumori di Taranto: i dati aggiornati al 2011 confermano emergenza sanitaria

Ilva - tamburi

TARANTO – Si confermano gravi e preoccupanti i dati relativi all’incidenza di tumori nel territorio ionico. E’ quanto emerge chiaramente dalla Sintesi di aggiornamento del Registro Tumori di Taranto – Rapporto 2016, pubblicata sul sito Sanità.Puglia.it. Tale pubblicazione fa seguito al primo report di incidenza dei tumori maligni della provincia di Taranto presentato nel 2014 che comprendeva i casi incidenti nell’intero territorio provinciale per gli anni 2006-2008 e si spinge fino al 2011.

I dati per ora non ci indicano il trend riferito ai due trienni considerati separatamente, ma confermano le criticità già precedentemente evidenziate, soprattutto per l’area di Taranto città e l’area SIN (Taranto e Statte). L’incidenza standardizzata per tutti i tipi di tumori è superiore nel SIN sia rispetto all’area Sud che rispetto all’Italia nel suo complesso, sia per gli uomini che per le donne.

Particolarmente critici, vista l’alta incidenza, i dati in area Sin, per polmone e bronchi per gli uomini e mammella per le donne che risultano più alti rispetto ai tassi standardizzati sia di area Sud che d’Italia. Oltre la media i tumori del fegato e dello stomaco in entrambi i sessi. Significativa, anche se con minore incidenza, la criticità del melanoma per entrambi i sessi rispetto ad area Sud, come anche molto più alta della media Sud e Italia l’incidenza di mesotelioma.

Negli uomini preoccupanti le incidenze di tumori del rene e della vescica in particolare rispetto all’area Sud. Un’attenzione particolare, vista l’incidenza notevole soprattutto nelle donne, meriterebbero i tumori della tiroide che colpiscono oltre le medie entrambi i sessi. Situazione, quindi, abbastanza simile al triennio 2006-2008, con delle criticità che permangono in modo significativo nell’area SIN che, tranne in rarissimi casi, è la più colpita da incidenza di patologia tumorale nella provincia di Taranto.

Per alcuni tipi di tumore, nell’area SIN si osservano incidenze quasi triple rispetto ad altre aree della provincia. Di questi dati non si può non tenere conto quando si parla di vocazione industriale di Taranto. La situazione critica va inoltre inserita nel contesto di un’area, quella del distretto di Taranto, con evidenti carenze dal punto di vista dell’assistenza sanitaria per patologie tumorali, con un ricorso ancora massiccio ai viaggi della speranza per tanti malati.

IL REPORT 2006-2008

“La pubblicazione del primo report del Registro Tumori Taranto tramite la valutazione dell’incidenza degli anni 2006-2008 – si legge nell’introduzione curata dal dottor Sante Minerba, direttore del Registro Tumori di Taranto – aveva già presentato alcune criticità dello stato di salute nella Provincia di Taranto rispetto al Pool Sud dei Registri Tumori soprattutto per quel che riguarda l’eccesso di rischio per carcinoma della mammella, collo dell’utero e ovaio nelle donne; nei maschi il rischio di carcinoma del polmone e della vescica oltre all’eccesso rispetto al Pool Sud risultava in eccesso anche rispetto al pool nazionale; inoltre, soprattutto nei comuni dell’area orientale nello stesso confronto con il pool nazionale si riscontrava un eccesso di carcinoma della tiroide nel sesso femminile. Un ulteriore aspetto di quanto già emerso in tutti i precedenti studi di mortalità oncologica era la conferma della maggiore incidenza neoplastica nel distretto del comune di Taranto rispetto al resto della provincia”.

SINTESI DEI RISULTATI 2006-2011

“Il quadro generale emerso dall’elaborazione dei dati registrati negli anni 2006–2011 – spiega la dott.ssa Antonia Mincuzzi, coordinatrice del Registro Tumori – Asl di Taranto – conferma il maggior interessamento del sesso maschile per gran parte delle sedi esaminate. Si evidenziano tassi standardizzati più elevati in provincia di Taranto rispetto al pool nazionale e al pool sud per mesotelioma, carcinoma epatico, vescicale e polmonare nel sesso maschile a conferma della probabile responsabilità di esposizioni professionali.

I dati provinciali presentano tassi più elevati rispetto al pool sud oltre alle sedi già descritte anche per tutte le sedi, carcinoma di fegato, rene, linfoma non hodgkin, prostata e stomaco nei maschi, mammella nelle donne,colon, melanoma, tiroide, encefalo in entrambi i sessi. Ulteriore conferma è stata evidenziata per il maggior interessamento del SIN (comuni di Taranto e Statte) rispetto all’intera provincia per quel che riguarda tutte le sedi, carcinoma dello stomaco, colon, fegato, polmone, melanoma, mesotelioma, rene, vescica, tiroide nei maschi, linfoma non hodgkin, mammella, cervice uterina e prostata attestando la necessità di porre particolare attenzione in termini di assistenza e sorveglianza ai residenti nell’area a rischio ambientale. Viene altresì confermata la problematica del carcinoma tiroideo nel sesso femminile che presenta tassi più elevati nei comuni dell’ala orientale della provincia”.

CONCLUSIONI

“Dai risultati evidenziati – aggiunge la dott.ssa Antonia Mincuzzi – occorre sottolineare che indipendentemente dall’eventuale riduzione dell’esposizione all’inquinamento ambientale risulterà evidente ancora per molti anni l’eccesso delle patologie oncologiche nell’area a rischio richiedendo un miglioramento della rete assistenziale già in essere attraverso il potenziamento dell’assistenza oncologica grazie ai fondi (progettuali e quindi temporanei) del centro salute e ambiente e della terra dei fuochi.

Tali misure non possono che essere perseguite nel tempo dovendosi prevedere la stabilizzazione del personale impegnato in queste attività come in quelle di sorveglianza e valutazione epidemiologica e il potenziamento delle strutture di assistenza. Il potenziamento auspicato dovrà realizzarsi a breve con il rafforzamento degli organici del personale sanitario attualmente storicamente sottodimensionato per la ASL Taranto e a lungo termine con la costruzione del nuovo ospedale San Cataldo nell’area del comune diTaranto.

Rimane ancora necessaria la sorveglianza delle categorie con esposizione professionale attraverso una più attenta e specifica valutazione epidemiologica. Infine, trattandosi di patologie oncologiche, non può non emergere la necessità di potenziare e completare su tutto il territorio provinciale le attività degli screening di mammella, cervice uterina e colon oltre alle attività di correzione degli stili di vita”.

AUTORI: Sante Minerba, Antonia Mincuzzi, Simona Carone, Claudia Galluzzo, Margherita Tanzarella, Simona Leogrande.

GRUPPO DI LAVORO: S.C. Statistica Epidemiologia ASL Ta, Centro di Coordinamento Registro Tumori Puglia (RTP), Ing. I. Rashid.

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