Eni, il cane a sei zampe passa dal nero del petrolio all’azzurro della nazionale di calcio

E’ “fondata” l’accusa contro l’Eni di aver smaltito illecitamente nel centro oli di Viggiano (Potenza) i rifiuti prodotti dall’estrazione del petrolio, con procedure che hanno fatto conseguire all’azienda un “ingiusto profitto” (per milioni di euro). Con questa motivazione, il Tribunale del Riesame di Potenza ha confermato, il 16 aprile scorso, il sequestro di due vasche e del pozzo di reiniezione al servizio del centro oli dell’Eni in Val d’Agri.  Com’è noto, ci sono anche l’Eni e altre nove società tra i 70 indagati a cui la squadra mobile di Potenza e i Carabinieri del Noe hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari relative ad alcune parti dell’inchiesta sul petrolio in Basilicata. Fin qui la cronaca delle settimane scorse che ha visto l’Eni nell’occhio del ciclone.

Ebbene, le istituzioni, le lobby e i poteri forti trovano sempre il modo per gettare fumo negli occhi dei cittadini usando tutte le armi di “distrazione” di massa a loro disposizione pur di rifarsi una verginità agli occhi dell’opinione pubblica. E’ di queste ore, infatti, la notizia che Eni sarà top sponsor delle nazionali di calcio della FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio) fino al 2018. L’accordo triennale è stato anticipato oggi a Coverciano durante la conferenza stampa dello stage pre-ritiro degli Europei. Il triennio include due eventi di massima rilevanza: i Campionati Europei 2016 in Francia e i Mondiali 2018 in Russia.

«Lo sport è per Eni lingua universale e luogo di incontro tra diverse culture, con valori condivisibili di spirito di squadra e reciproco rispetto – si legge in una nota stampa – la Nazionale di calcio italiana gode di straordinaria notorietà e seguito a livello internazionale, risultando una delle più amate nel mondo. Eni ha scelto di sostenerla, riconoscendone il valore di simbolo unificante e con l’intento di esprimere la propria vicinanza al Paese».

Poi, si legge: «Eni, impresa integrata nell’energia, è impegnata nell’attività di ricerca, produzione, trasporto, trasformazione e commercializzazione di petrolio e gas naturale. Tutti gli uomini e le donne di Eni hanno una passione per le sfide, il miglioramento continuo, l’eccellenza e attribuiscono un valore fondamentale alla persona, all’ambiente e all’integrità». E queste ultime parole suonano beffarde se si ricordano le accuse piovute su Eni dai magistrati di Potenza: dal presunto traffico illecito di rifiuti petroliferi fino allo smaltimento illecito degli stessi. Senza dimenticare gli imbarazzanti intrecci tra esponenti politici e uomini delle lobby che hanno portato anche alle dimissioni dell’ex ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi in merito al progetto “Tempa Rossa”. E, infine, ci chiediamo: dove finisce il rispetto per la persona e per l’ambiente quando la Raffineria Eni di Taranto continua ad ammorbare l’aria di una città già provata da decenni di inquinamento industriale?

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