“Terre Elette” tra Paolo VI e mar Piccolo: il futuro di Taranto comincia da qui

0

TARANTO – Stamattina, il terreno che ha dato il via al progetto Terre Elette appariva arido e pietroso e apparentemente incapace di produrre. Eppure, è una terra generosa quella della masseria Carmine della famiglia Fornaro. Terra che nei secoli, grazie all’opera instancabile di chi l’ha coltivata, ha regalato tanto, dal grano, al frumento, all’olivo. Terra anche da pascolo che ospitava l’allevamento di oltre 600 ovini che purtroppo, nel 2008, furono sacrificati a causa dell’inquinamento da diossina della grande industria.

Il progetto Terre Elette sarà finanziato grazie ad un bando promosso dalla Fondazione Con il Sud per un importo di 290.000 euro e dall’associazione Noi e Voi di Don Mitidieri per altri 70.000 euro. L’idea di fondo è la rinascita e la valorizzazione di una terra, quella che affaccia sul Mar Piccolo, bellissima e spesso dimenticata, offesa, eppure dalle mille opportunità. Saranno necessari due anni per realizzare il progetto che coinvolge varie entità: il Comune di Taranto, la scuola Pirandello, le quattro parrocchie di Paolo VI, l’associazione il Germoglio, la cooperativa sociale Noi e Voi, la cooperativa sociale Stipa delle Fate di Crispiano, il WWF Taranto, Appia Viaggi.

Ognuna di esse avrà un ruolo: sensibilizzazione dei cittadini ai temi ambientali, didattica nelle scuole, realizzazione e gestione delle opere materiali necessarie al progetto, promozione turistica del territorio. La promozione umana e lo sviluppo della comunità di Paolo VI saranno comunque l’obiettivo principale di Terre Elette. Il progetto deve trovare il suo fine ultimo nel rafforzamento delle potenzialità umane di chi vive in questo territorio. Lo sviluppo può passare solo attraverso la presa di coscienza di chi vive in questa terra che il futuro è nelle proprie mani.

terre eletteDon Francesco Mitidieri, parroco di Paolo VI sempre vicino ai meno fortunati e aperto a qualunque discorso di integrazione sociale e culturale, sarà il capofila di tutti i soggetti partecipanti al progetto. La Chiesa, già attiva in campo ambientale, per esempio, con don Panico, sembra trovare, nel rispetto della natura, ancora maggior ispirazione dopo l’enciclica LAUDATO SI’ di Papa Francesco. Il primo passo, avviato con la benedizione dei presenti, è stato il lancio, da parte dei ragazzini delle scuole ospiti nei terreni della masseria Carmine, di palline di argilla in cui erano inseriti i semi di canapa da cui presto germoglieranno le prime piante.

L’argilla simboleggiava, per la sua capacità di assorbire acqua e conservarla anche durante i periodi di siccità, la ricchezza nascosta delle terre in cui si seminerà la canapa. Il progetto prevede che questa pianta, prodotta nei terreni della masseria, verrà impiegata anche nei lavori di restauro di un’imbarcazione che trasporterà i passeggeri in Mar Piccolo per far loro ammirare lo spettacolo che questo mare offre. Un tratto di costa nei pressi della Circummarpiccolo verrà preso in consegna dai titolari del progetto e riqualificato con la creazione di uno spazio fruibile alla cittadinanza, con panchine, strutture di accoglienza e un molo da utilizzare per l’imbarco.

Tante le idee dei titolari del progetto: promozione del territorio, salvaguardia ambientale, produzione agricola, sviluppo del turismo, sensibilizzazione di quelle fasce di popolazioni finora meno attente ai temi ambientali e, soprattutto, investimento sul fattore umano. L’entusiasmo dei partecipanti al progetto si toccava con mano e anche l’emozione di chi crede davvero, come Angela, una educatrice, che da qui si può iniziare a pensare ad un futuro migliore.

Davvero una bella idea di riscoperta e riqualificazione di un territorio che, malgrado l’offesa subita da parte della grande industria, ha conservato risorse nascoste e potenzialità di attrazione enormi che vanno solo gestite al meglio in collaborazione con la popolazione e l’imprenditoria locale. Un progetto che nasce, per ora, con finanziamenti e contributi, ma che, negli obiettivi di chi lo presenta, dovrà, nel futuro, autofinanziarsi con attività che genereranno reddito ed occupazione. Il futuro, quindi, va oltre i due anni previsti nel bando di Fondazione Con il Sud.

Giuseppe Aralla

Lascia un commento