Ilva, Galletti dice di essere ancora in attesa della documentazione sulla diossina

«Soltanto venerdì 26 febbraio al ministero dell’Ambiente è giunta ufficialmente notizia – dal presidente della Regione Puglia Emiliano che ci ha inviato per conoscenza una lettera destinata ad Arpa Puglia ed alla azienda sanitaria locale – dell’esistenza di dati da cui si evincerebbe una problematica relativa alla diossina in talune aree della città di Taranto».

E’ quanto si legge in una nota ufficiale del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, che aggiunge: «Tali dati, insieme ad un documento elaborato dal Politecnico di Torino,  sono stati richiesti per le vie brevi ad Ilva. Non appena tale documentazione perverrà al Ministero sarà pubblicata sul sito istituzionale dello stesso come accade per tutti i documenti di interesse pubblico.  Contestualmente il Ministero solleciterà ad ISPRA una valutazione della documentazione, anche in relazione agli impianti industriali operanti nell’area. Chiarita la portata di quanto affermato nel documento si decideranno le azioni da intraprendere».

La nota del ministro Galletti non serve certo a chiarire tutti i passaggi (ancora oscuri) della vicenda. Innanzitutto, ci pare strano che il ministro dell’Ambiente stia chiedendo ancora adesso  la relazione prodotta dall’ingegner Maurizio Onofrio (Politecnico di Torino) per Ilva, datata 23 dicembre 2015, riguardante dati che coprono un periodo di tempo che va da agosto 2013 a febbraio 2015 (quindi non proprio freschissimi). Una relazione pubblicamente diffusa ieri dal co-portavoce nazionale dei Verdi Angelo Bonelli su Facebook e ripresa dal nostro sito nella stessa giornata (anche al ministro Galletti basterebbe cliccare qui).

Una decisione, quella di pubblicare i contenuti della relazione pro Ilva che ci è costato pure qualche attacco gratuito, come se non fosse un atto di trasparenza e un servizio ai nostri lettori quello di fornire ulteriori elementi di confronto, anche su quanto asserito da un esperto che ha indubbiamente scritto una relazione di parte. Basta leggere le conclusioni del documento per rendersi conto di quanto l’ingegner Onofrio spinga per l’assoluzione del siderurgico scaricando su altre eventuali sorgenti di emissione la responsabilità di dati allarmanti. InchiostroVerde ha pubblicato una sintesi di quel documento per far conoscere a tutti i cittadini (tarantini e non) la versione favorevole all’Ilva, così come da giorni continua a pubblicare tutti i comunicati stampa (ne abbiamo contati una decina) che puntano il mirino contro il siderurgico e le istituzioni, a qualsiasi livello.

Come scritto nell’articolo pubblicato ieri insieme alla relazione, anche oggi insistiamo sulla necessità che tutti gli enti preposti a tutelare la salute pubblica, facciano fino in fondo il loro dovere, rimediando ai passi falsi finora compiuti. Se c’è una relazione ufficiale pro Ilva, ora pretendiamo una relazione con valide argomentazioni tecniche in grado di smontarla pezzo per pezzo, se ce ne sono le condizioni. Il tutto senza omertà e nella massima trasparenza. Il direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, da noi contattato per sapere quali sono i punti di debolezza della relazione commissionata da Ilva, ha detto che l’agenzia sta esaminando il documento ma sicuramente  esclude una relazione tra quei picchi di diossina e fenomeni di combustione. Ci risulta che Arpa Puglia ci stia ancora lavorando.

 

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