Ospedale San Cataldo senza Via, Legamjonici: i riflettori restino accesi

In merito alle ultime dichiarazioni della consigliera regionale di Forza Italia, Francesca Franzoso e del capogruppo del Partito Democratico in consiglio regionale, Michele Mazzarano, interviene la Dott.ssa Daniela Spera (Legamjonici).

spera bruxellesRisultano evidentemente in contraddizione le ultime dichiarazioni della Franzoso che rivolgendosi al prof. Giorgio Assennato, direttore Generale di Arpa Puglia, lo accusa di aver acceso una polemica ‘pretestuosa e surreale’.

La VIA è un procedimento necessario e non una semplice formalità laddove si prevedono possibili impatti significativi sull’ambiente nella realizzazione e nel funzionamento di un’opera importante, indipendentemente dalla destinazione d’uso.

La Franzoso dovrebbe forse sapere che affinché un tecnico possa fornire ‘le relative soluzioni tecniche, conformi alle leggi sovraordinate’, deve essere messo in condizione di poter operare in tal senso. L’esclusione dalla valutazione d’impatto ambientale di un’opera importante come quella di un grande ospedale mette a tacere ogni parere di tipo tecnico-scientifico, che deve essere indipendente e pertanto non necessariamente conforme agli indirizzi degli organi politici. La Franzoso lascia però intendere che questo ospedale ‘s’ha da fare’ e subito anche.

Ammettendo che si possa intravedere una certa utilità nella realizzazione di una struttura che va ad aggiungersi ad altre già esistenti che, data l’emergenza sanitaria già in atto a Taranto, andrebbero potenziate, perché tutta questa fretta di costruire un nuovo ospedale? Perché non seguire procedure rigorose, previste dalle normative vigenti,  proprio a tutela degli ammalati, dei cittadini e del personale sanitario? Priorità che Mazzarano definisce semplici ‘cavilli burocratici’ non ponendosi alcun interrogativo in merito.

Insomma, si vuole che il prof. Giorgio Assennato e Arpa Puglia si pieghino all’indirizzo politico, collaborando alla realizzazione dell’opera, fornendo il giusto ‘apporto’- o supporto? – ‘di competenze tecnico-scientifiche’ senza troppi intoppi. Poco democratico l’atteggiamento della consigliera che, tra l’altro, conclude la sua nota con l’imperativo categorico di spegnere le luci dei riflettori e di avviare i lavori, parole che non hanno il sapore di una esortazione ma che arrivano come un invito ad accettare il volere di un indirizzo politico sordo che, in questo caso, non tutela e non rappresenta la collettività.

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