Ilva, la visita di Galletti: la solita desolante passerella – E la quiescenza della stampa

galletti tarantoTARANTO – L’ennesima visita inutile. Le solite frasi fatte. Le solite promesse. I soliti impegni. I soliti obiettivi da raggiungere. La solita passerella istituzionale in pompa magna. Tutt’intorno una fabbrica che in molte zone sembra abbandonata da anni. Quasi ferma. Probabilmente anch’essa profondamente stanca di dover continuare a marciare per i soliti interessi di sempre. Siamo rientrati in Ilva dopo quasi tre anni da quella calda estate del 2012 (dopo essere stati banditi e confinati nella lista nera dal novembre del 2009), quando si era nel pieno del caos causato dal sequestro degli impianti dell’area a caldo. In realtà, nulla è cambiato. La grande fabbrica vive una fase di limbo perenne in attesa di una svolta decisiva che tarda ad arrivare e che ancora oggi non è chiaro se arriverà mai. Si vive una sorta di beffarda e placida rassegnazione. La stessa che ha colpito ancora una volta questa città, proprio nel momento in cui sembrava essersi finalmente destata da un lungo e soporifero torpore.

Per non parlare poi della triste fine fatta dalla stampa locale. Convocata la sera prima per un “incontro con il Ministro che non è una conferenza stampa”. In pratica, come tante belle statuine, i giornalisti e le tv sono stati posizionati all’ingresso del grande capannone del reparto di Vigili del Fuoco dell’Ilva, in attesa dell’arrivo del Ministro, che ha pronunciato le solite frasi fatte di sempre. Tempo della sosta con la stampa, pochi minuti, non di più. L’ennesima dimostrazione, se mai ce ne fosse ancora bisogno, di come il ruolo del giornalista in questo paese e soprattutto in questa città sia precipitato nel corso degli anni in uno stato di totale “quiescenza”. Che in italiano è rappresentato come “uno stato di quiete, di riposo, di cessazione o sospensione dell’attività”. In biologia è lo stato “di sospensione reversibile dei processi vitali fondamentali in un organismo vivente”.

Una stampa degradata sempre di più a ruolo di semplice spettatrice ammaestrata. Che ha abdicato da tempo a svolgere il ruolo di cane da guardia della democrazia e della verità (ammesso e non concesso che da queste parti quest’attività sia mai stata svolta). A cui in tutti questi anni hanno contribuito la stragrande maggioranza dei giornalisti, dei giornali e delle tv locali. Ieri siamo rimasti silenti e in disparte. Del resto tutto quello che avevamo da dire lo abbiamo detto e ripetuto migliaia di volte in tutti questi anni. Restando inascoltati. Ed ora godetevi questo spettacolo desolante.

Gianmario Leone

Galletti: “Il governo c’è” – Le dichiarazioni del ministro 

Sono venuto qui oggi per dire a Taranto e ai lavoratori dell’Ilva che il governo c’è. Taranto ha bisogno dell’Ilva e l’Ilva ha bisogno di un piano di ambientalizzazione che la metta in sicurezza”. Lo ha detto ieri il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, dopo aver partecipato a Taranto alla messa per le festività di Pasqua nello stabilimento Ilva. Erano presenti anche i commissari straordinari Piero Gnudi, Corrado Carruba ed Enrico Laghi. “Questa – ha aggiunto Galletti – è la grande sfida che abbiamo davanti: conciliare l’industria col rispetto dell’ambiente. Ce l’abbiamo a Taranto e in tante altre parti d’Italia. Oggi i cittadini non sono più disposti a scambiare il valore del lavoro con il rispetto dell’ambiente. Questi due valori devono andare di pari passo e devono trovare una convivenza l’uno con l’altro”. Nel primo pomeriggio il ministro ha visitato anche alcuni impianti.

Con l’ultimo decreto abbiamo individuato delle fonti di finanziamento importanti: 150 milioni da Fintecna che sono già arrivati, altri 400 milioni garantiti dallo Stato e poi ci sono un miliardo e duecento milioni che vanno a finanziare il piano di ambientalizzazione, che sono quelli che stiamo sequestrando ai Riva”, ha dichiarato ancora il ministro dell’Ambiente. In merito al ricorso del gruppo Riva contro il sequestro, il ministero auspica che non ci siano “condizionamenti o ritardi”. “Mi auguro e credo – ha spiegato – di no. Noi abbiamo fatto una legge e siamo supportati da pareri legali molto forti. Noi andiamo avanti. Abbiamo firmato insieme al ministro (dell’Economia) Padoan e insieme al ministro (dello Sviluppo Economico) Guidi l’atto, il decreto, che avvia questa operazione. Quindi, l’emissione del prestito obbligazionario e l’arrivo dei soldi”. i I commissari dell’amministrazione straordinaria dell’Ilva (Gnudi, Carrubba e Laghi) potranno quindi contrarre il prestito da 400 milioni garantito dallo Stato per effettuare gli investimenti industriali. L’Ilva adesso effettuerà una sorta di gara tra i principali istituti di credito, compresa la Cassa Depositi e Prestiti, per ottenerlo alle migliori condizioni di mercato.

La situazione è molto difficile come tutti sanno. Il fatto che si sia individuata una soluzione non solo sull’Ilva, ma anche per tanti altri problemi ambientali che esistono a Taranto vuole dire che il governo ha intenzione di risolvere questi problemi. Bisogna farlo con tanti sacrifici purtroppo, anche ricorrendo agli ammortizzatori sociali per i lavoratori”, ha proseguito Galletti. “Il nostro obiettivo sin dall’inizio – ha precisato il ministro – è stato uno solo: quello di salvaguardare la produzione industriale insieme all’ambiente. Sono le due facce della stessa medaglia. Non ci può essere un’impresa che non rispetti l’ambiente e Taranto, lo ripeto, ha bisogno dell’impresa Ilva”. “L’80 per cento delle prescrizioni Aia (Autorizzazione per impatto ambientale) dovrà essere adottato entro l’agosto 2015 e ci impegniamo per questo”, ha promesso Galletti. “Che sia chiaro: la legge – ha aggiunto – stabilisce che tutto il piano ambientale dovrà essere realizzato entro il 4 agosto 2016. È una sfida molto ambiziosa e vedremo se riusciremo ad arrivare a quella scadenza avendo completato tutti gli interventi. La novità è che il piano ambientale parte”. Il ministro ha infine fatto presente che “c’è una tabella con le prescrizioni e che il piano ambientale prevede anche la copertura dei parchi minerali”.

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