Porto, Assologistica: “Controlli abbassano competitività dello scalo”

porto di tarantoTARANTO – Nel porto di Taranto e in particolare nel terminal container di Evergreen “le merci in transhipment sempre piu’ spesso, una volta fermate per controlli, perdono le connessioni per le destinazioni finali nei Paesi del Mediterraneo abbassando la competitivita’ dello scalo e creando sfiducia ed incertezza sui costi ed i tempi di trasporto”. Lo ha denunciato oggi a Taranto, in una conferenza stampa in Confindustria, il presidente nazionale di Assologistica Carlo Mearelli, insieme al vice presidente nazionale, GianCarlo Russo, ed ai vertici della Taranto Container Terminal. Assologistica parla di “grave situazione del porto di Taranto”. “Questo – e’ stato affermato – sta determinando molti caricatori e ricevitori a chiedere alle compagnie di navigazione di non scalare Taranto per le merci in transito, ma altri porti del Mediterraneo. Russo evidenzia quindi che le merci in transhipment “rappresentano il 90% della movimentazione del terminal container di Evegreen” e le verifiche delle merci in transito rischiano di costituire una criticita’.

“Perche’ l’Italia – dice Russo – deve controllare le merci che hanno destinazione finale ad esempio Turchia o Grecia ai fini della contraffazione? L’accordo di Schengen prevede la collaborazione tra stati membri e quindi anche tra le varie agenzie delle Dogane. E’ nato anche per agevolare il trasporto. Le merci che hanno il nostro Paese come destinazione finale e’ giusto verificarle, perche’ non controllare le merci in trasbordo nei porti di destinazione con un coordinamento delle dogane?”. Il vicepresidente di Assologistica non mette in discussioone punta i controlli o il ruolo dell’agenzia delle Dogane italiana, ne’ infine ne chiede il ridimensionamento. “Assolutamente no – precisa -. Le verifiche certo che devono essere fatte, ma dobbiamo fare come gli altri Paesi della Comunita’ Europea anche perche’ tra di noi siamo legati: verifiche, soste e costi delle merci in transito, spettano ai porti di destinazione. La nostra intenzione – conclude – e’ riportare la discussione a Roma, all’Agenzia del Dogane perche’ i nostri clienti non hanno piu’ intenzione di passare da Taranto, se non si fa luce su questa problematica”.(Agi)

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