Ilva, qui Genova: “Abbiamo dei problemi”

corniglianoTARANTO – “Abbiamo dei problemi ma lavoriamo per trovare delle soluzioni. E’ probabile, possibile che, rispetto ai 1740 lavoratori occupati, ci siano degli esuberi in relazione agli attuali carichi di lavoro”. Così il direttore della Risorse Umane del Gruppo Ilva, Enrico Martino, al termine dell’incontro svolto ieri presso la Prefettura di Genova per discutere di una possibile revisione dell’accordo di programma siglato nel 2005, che prevedeva un’occupazione, a regime, di 2200 operai. Ad oggi, i dipendenti sono 1740 di cui circa 1300 con contratti di solidarietà che scadranno il 29 prossimo settembre. Un nuovo incontro tra azienda, enti locali e autorità portuale è stato fissato per venerdì 7 febbraio.

Martino ha poi aggiunto che attraverso il piano industriale “faremo sicuramente degli investimenti, anche per rilanciare la banda stagnata, perché oggi siamo fermi e vogliamo aggredire nuovamente quel mercato che abbiamo perso. I problemi sono legati alla crisi del mercato ed è evidente che le condizioni del 2005 oggi non ci sono più”.  Sul piede di guerra i sindacati metalmeccanici. “Se ci sono proposte circa una riscrittura dell’accordo del 2005 – ha affermato Bruno Manganaro, segretario della Fiom Cgil di Genova – noi le ascolteremo ma è chiaro che questa discussione andrà affrontata a Roma. Lo stesso Prefetto ha detto che scriverà alla presidenza del Consiglio per chiedere la convocazione di un tavolo nazionale. Per quanto ci riguarda, finché non c’é un nuovo accordo si applica quello del 2005”: ma “tutti sanno che se arriveremo senza soluzioni al 29 settembre, quando scadranno in contratti di solidarietà, quei lavoratori o rientreranno in fabbrica oppure difenderanno con intelligenza e rabbia il loro posto di lavoro”.

Nell’incontro di venerdì si discuterà soprattutto del nodo delle aree che l’azienda, per la prima volta dal 2005, si è detta disposta a cedere in vista degli esuberi e su cui le istituzioni proveranno a giocare una partita complicatissima (aree sulle quali l’Ilva ha una concessione di 60 anni proprio in virtù dell’accordo del 2005). Certo la tempistica è diversa tra un possibile riutilizzo della aree e la scadenza dei contratti di solidarietà a settembre: per questo i sindacati hanno giudicato “irricevibili” i 300 esuberi attualmente in ballo. Secondo la Regione Liguria “c’é un problema di carattere generale sul futuro della siderurgia e di questo bisognerà discutere con il Governo”. Si pone dunque il problema di capire come si consolida la permanenza di Ilva a Genova e quali politiche bisognerà mettere in campo per non perdere la banda stagnata. Ammesso e non concesso che ce ne siano.

G. Leone (TarantoOggi, 05.02.2014)

TARANTO, CGIL: “ILVA, CHIEDIAMO CHIAREZZA”

“Tre esperti hanno redatto un piano di tutela ambientale, ma ancora nulla, da ottobre scorso, si sa con precisione su quelle direttrici di intervento. Non esiste il piano industriale, e lo stato di attuazione degli investimenti di risanamento rimane pressoché virtuale. In più le voci che in questi giorni si agitano dentro e fuori la fabbrica come sciabole sulla testa dei lavoratori, ci fanno chiedere a gran voce ancora ed ulteriore chiarezza”. Queste le parole sono di Donato Stefanelli, segretario della Fiom Cgil di Taranto che – insieme a Rosario Rappa della segreteria nazionale e Luigi D’Isabella, segretario provinciale della Cgil, hanno convocato una conferenza stampa per fare il punto della situazione sulla questione Ilva. L’appuntamento è per venerdì 7 febbraio (alle ore 10), presso la sede della Cgil ionica, in via Dionisio. La stessa conferenza si svolgerà all’indomani dell’incontro che i sindacati terranno domani a Roma con i vertici dell’azienda, nell’ambito del coordinamento nazionale.

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