Il Senato lavora per l’Ilva

senatoTARANTO – E’ proseguita per tutta la giornata di ieri nell’aula del Senato, la discussione degli emendamenti, cui seguirà il voto finale, sul testo licenziato nei giorni scorsi della commissione Affari costituzionali in merito al disegno di legge n.1015 relativo al decreto legge sulla Pubblica amministrazione, varato dal Governo a fine agosto. Come anticipato su queste colonne la scorsa settimana, nei 94 emendamenti “concordati” sul decreto legge ve ne sono diversi riguardanti l’Ilva Spa e le controllate, oltre alla Riva Acciaio, relativamente all’articolo 12 del testo (che ben 13 senatori del Movimento 5 Stelle hanno chiesto di sopprimere). L’obiettivo di questa’ennesima operazione del governo, come detto, mira a “snellire e semplificare le procedure burocratiche connesse ai lavori di ambientalizzazione del siderurgico”. Difficile, dunque, ipotizzare che qualcosa cambierà o che gli emendamenti riguardanti l’Ilva, le sue controllate, la Riva Acciaio e le due discariche previste il località Mater Gratiae saranno ritirati o cambiati.

Il primo degli emendamenti in questione, il 12.16, interviene sulla legge 89 del 3 agosto scorso, quella sui siti di interesse strategico nazionale che ha fatto scattare il commissariamento dell’Ilva con la nomina di Enrico Bondi: “Al commissario è attribuito il potere di redigere e approvare il bilancio di esercizio e, laddove applicabile, il bilancio consolidato dell’impresa soggetta a commissariamento”. Il secondo, l’emendamento 12.17, interviene con due commi sia sulla legge 89 del 2013 che sulla legge 231 del 2012, relativa alla prosecuzione dell’attività produttiva dell’Ilva di Taranto. L’articolo 3, comma 3, della legge 231, precisa l’emendamento del Senato, “si interpreta nel senso che per beni dell’impresa si devono intendere anche le partecipazioni dirette e indirette in altre imprese, nonché i cespiti aziendali alle stesse facenti capo”. Attualmente invece, in base alle legge 89 del 2013, il commissariamento vale solo per gli stabilimenti siderurgici di Taranto, Genova e Novi Ligure.

Invece, se passasse la nuova norma introdotta dal Senato, riguarderebbe anche Taranto Energia, Ilva Servizi Marittimi, Ilvaform, Innse ed altre società. Come spiegato nei giorni scorsi infatti, l’estensione del commissariamento dell’Ilva alle sue controllate (ed eventualmente anche alla Riva Acciaio attualmente gestita dal custode giudiziario Mario Tagarelli) aiuterebbe e non poco il commissario Bondi il quale ha assoluto bisogno di poter controllare le altre società legate all’Ilva Spa, in quanto sono quelle che hanno il maggior valore patrimoniale e che per questo diventeranno la moneta di scambio che lo stesso Bondi offrirà alle banche come garanzia per ottenere il finanziamento di 2,4 miliardi di euro che dovrebbe servire a realizzare il piano di lavoro dei tre esperti in merito all’applicazione delle prescrizioni previste nell’AIA. Inoltre, anche la posizione del custode giudiziario del gruppo Riva FIRE e Riva Acciaio, Mario Tagarelli, è destinata di fatto a cambiare. L’altro intervento sulla legge 89, riguarda l’articolo 1, comma 3, per il quale “si interpreta – recita l’emendamento del Senato – nel senso che, ferma restando la legittimazione del commissario straordinario a gestire e disporre delle linee di credito dei finanziamenti, la titolarità dei medesimi resta in capo all’impresa commissariata”. Il che vorrebbe dire che Tagarelli non sarebbe più il “gestore” ma un semplice “controllore”.

Le nuove norme sull’Ilva inserite nel pacchetto di provvedimenti sulla Pubblica amministrazione e il relativo decreto, dopo il voto del Senato, dovrà andare alla Camera (il tempo stinge, visto che il decreto sulla Pa andrà convertito in legge entro e non oltre il prossimo 30 ottobre). Nello stesso decreto, a fine agosto, il Governo inserì anche altre norme sull’Ilva relative all’autorizzazione di due discariche in località Mater Gratiae, una per rifiuti pericolosi e l’altra per rifiuti non pericolosi, discariche che, per azienda e Governo, sono funzionali ai lavori di bonifica dello stabilimento. Dietro a tutto questo, come abbiamo visto in questi giorni, vi è anche la longa manus del sub commissario Edo Ronchi, che ha sottolineato l’esigenza di “velocizzare gli interventi di ammodernamento previsti dall’AIA in tutta l’area a caldo dello stabilimento (parchi minerali, agglomerato, cokerie, altiforni e acciaieria) che sono già in ritardo sui tempi previsti”.

In materia ambientale, il provvedimento in esame prevede che le modalità di costruzione e di gestione delle discariche, localizzate nel perimetro dell’Ilva e che hanno ottenuto il parere di compatibilità ambientale, saranno definite con un successivo decreto del Ministero dell’Ambiente, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge, su proposta del sub commissario ci cui all’articolo 1, comma 1, decreto-legge 61/2013, sentito l’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (ISS) e l’ARPA Puglia.

Con la medesima procedura, sentito il Comune di Statte, saranno definite anche le misure di compensazione ambientali. Entro 3 mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente provvedimento, il Ministro dell’Ambiente, su proposta del sub-commissario Ronchi, emana, in coerenza con le prescrizioni dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA), un apposito decreto con cui si individuano le modalità di gestione e smaltimento dei rifiuti del ciclo produttivo dell’Ilva, sentite la Regione e ARPA Puglia, prevedendo anche misure di compensazione ambientale per i comuni interessati.

Del resto, in un documento depositato al Senato il 15 luglio scorso, “Interventi di adeguamento all’AIA” (appunto di Edo Ronchi), lo stesso annotava: “Sistemazione gestione rifiuti: servono con urgenza due discariche, una per rifiuti non pericolosi e una per rifiuti pericolosi già esistenti, che hanno avuto la VIA positiva, ma non l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio. Vedere le contestazioni della magistratura in materia e provvedere alla regolarizzazione. Adeguamento scarichi idrici: rivedere e progettare alcuni interventi di adeguamento e messa a norma. Rivedere e riorganizzare il sistema di gestione degli interventi ambientali. Adottare misure di adeguamento alla normativa per la prevenzione dei rischi di incidenti rilevanti”. Tutto torna, dunque.

 Gianmario Leone (TarantoOggi, 10.10.2013)

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