Ilva, altri 700 milioni trovati nel paradiso fiscale dell’Isola di Jersey

nicola rivaTARANTO – La notizia non ci coglie di sorpresa. Non fosse altro perché da anni denunciamo come la famiglia Riva non abbia investito 1 centesimo del miliardo annunciato ai quattro venti per l’ambientalizzazione dell’Ilva. E perché da oltre un anno abbiamo evidenziato come i proventi ottenuti dal ’95 ad oggi, siano stati depositati e ben nascosti nelle holding estere e nei paradisi fiscali. Certo, non tutto è filato liscio. Non tutto è stato possibile occultare. Come dimostra la notizia riportata ieri dal “ilSole24Ore”: altri 700 milioni di euro appartenenti alle famiglie di Emilio e Adriano Riva sono stati scoperti dalla Guardia di Finanza di Milano nell’isola di Jersey, paradiso fiscale situato nel Canale della Manica. A quanto risulta al giornale economico, i soldi sarebbero stati depositati in una rete di trust i cui beneficiari sono i due imprenditori siderurgici e i loro otto figli. Al momento dunque, sono oltre due i miliardi di euro che i Riva avrebbero portato all’estero appropriandosi indebitamente, secondo la tesi della procura di Milano, di fondi dell’Ilva Spa e della Riva FIRE.

Come si ricorderà, nel maggio scorso il gip Fabrizio D’Arcangelo dispose il sequestro, su richiesta del sostituto procuratore Stefano Civardi, di 1,2 degli 1,4 miliardi di euro rintracciati in alcuni trust di Jersey. Un sequestro ingente che aveva portato alla luce l’esistenza dell’inchiesta da parte della procura di Milano. L’indagine, affidata agli uomini del Gruppo investigativo criminalità economico-finanziaria del Nucleo di polizia tributaria di Milano, si potrebbe ulteriormente allargare. Questo perché gli inquirenti sono convinti del fatto che l’impero economico nascosto all’estero dei due imprenditori siderurgici, indagati per truffa aggravata ai danni dello Stato e intestazione fittizia di beni, sia molto più consistente. La vera novità della scoperta degli inquirenti di Milano, sarebbe però un’altra. Finora si sapeva che l’Ilva Spa era controllata dalla Luxpack, società con un capitale sociale di appena 6mila dollari domiciliata a Curaçao, paradiso fiscale delle ex Antille Olandesi. Ma ora gli inquirenti hanno scoperto che la Luxpack è a sua volta posseduta da un trust con sede a Jersey, il Master Trust.

Ma la catena di controllo delle società sarebbe ancora più intricata. Perché i beneficiari economici del Master Trust sono altri otto trust (tutti di Jersey) i cui beneficial owner sono i figli di Emilio e Adriano Riva. La proprietà dell’Ilva è schermata da sette società o trust collocati rispettivamente in Italia, Lussemburgo, Olanda, Curaçao e Jersey. Nei prossimi giorni gli inquirenti e gli investigatori milanesi terranno un vertice a Londra, dove incontreranno i magistrati britannici e potranno prendere visione della contabilità dei trust venuti alla luce nell’isola di Jersey. Dal gruppo Riva nessuna risposta alle richieste di precisazione del Sole-24 Ore. Inoltre, gli inquirenti hanno scoperto l’esistenza di altri due trust: uno alle Bahamas e l’altro in Nuova Zelanda, entrambi riconducibili alla famiglia Riva. Le indagini proseguono a tappeto, visto che sono tanti i punti oscuri e i conti che non tornano. E a proposito di conti, sempre secondo il “Sole24Ore”, sono confluiti nel Fondo unico della giustizia (Fug), i soldi liquidi degli otto trust coinvolti nel sequestro dei beni dei Riva.

dal TarantOggi del 30.08.2013

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