Taranto capitale europea della cultura, occasione mancata? – Nota del circolo Prc “P.Impastato”

Nell’eccellenza di un’iniziativa come quella della “Capitale Europea della Cultura” è stata tirata in ballo Taranto, candidata assieme a una serie di città italiane per il 2019. La “Capitale Europea della Cultura” deve possedere una serie di caratteristiche strutturali e programmatiche che, all’evidenza, Taranto non possiede. Uno degli obbiettivi enunciati è infatti il seguente: “È opportuno considerare che il programma presentato dalle città candidate al titolo deve soddisfare una forte esigenza di qualità artistica e culturale”.

Un altro punto su cui è importante concentrare l’attenzione è elencato al capitolo IV della guida, intitolato “La chiave del successo”, dove si preme sull’indipendenza del direttore artistico del progetto e delle strutture incaricate della realizzazione del programma. Senza entrare eccessivamente nel merito, ci limitiamo a rilevare le difficoltà oggettive nella realizzazione di un progetto del genere. La cultura a Taranto è promossa in buona parte in forma di volontariato da una miriade di associazioni e singoli. Questo elemento conferisce un dato di precarietà strutturale alla vita culturale cittadina.

Le istituzioni dovrebbero agevolare un processo di stabilizzazione, offrendo agli operatori del settore la possibilità di crescere e affermarsi. La gestione della candidatura di Taranto sembra andare invece in senso opposto. Le personalità nominate al vertice di quest’iniziativa – il direttore, Angelo Argento, e il presidente del comitato tecnico-scientifico, Valerio Massimo Manfredi – non sono cittadini di Taranto, cosa che mortifica i talenti della città – costretti intanto a cercar fortuna altrove – e rende difficoltoso il coinvolgimento degli operatori locali. Va dunque ad eclissarsi uno degli obbiettivi fondamentali del programma: la valorizzazione delle competenze territoriali.

L’iniziativa rischia di viaggiare, in questo modo, sul doppio binario dell’approssimazione e della strumentalizzazione a fini politici. Non a caso la proposta è giunta dal sindaco di Bari, Michele Emiliano – e non da personalità che vivono la città quotidianamente e nel pieno delle sue contraddizioni –, mentre Argento è un dirigente nazionale dello stesso Partito Democratico. Alla faccia dell’indipendenza dalla politica!

Al di là della retorica che si sta spendendo in questi giorni, dobbiamo sottolineare come paia mancare, propriamente sul piano progettuale, la sostanza necessaria al rilancio della città. Basta farsi un giro in città antica per rendersi conto di quanto lavoro ci sia da fare prima di poter lontanamente pensare di azzardare una candidatura del genere. Un progetto simile è imprescindibile dalla riqualificazione urbana delle aree in stato di fatiscenza e degrado.

D’altra parte, lo stesso consigliere Liviano, incaricato di gestire la candidatura per conto del Comune di Taranto, ha annunciato di voler rimettere la delega nelle mani del Sindaco. Trova così conferma la completa incapacità programmatica dell’amministrazione (si pensi che l’Assessorato alla Cultura è fra quelli assegnati a sei mesi), paralizzata da beghe che niente hanno a che vedere con l’interesse della città. A causa di questo modo scellerato di gestire la cosa pubblica Taranto rischia di perdere l’ennesima opportunità.

Comunicato stampa – Circolo Prc “Peppino Impastato”

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