Cozze bruciate – Inchiesta sui danni dell’inquinamento – 3^ parte

TARANTO – «Esportavo le mie cozze ovunque, soprattutto in Spagna. Poi, all’improvviso tutto è cambiato. Il mondo mi è crollato addosso». Nel raccontare la sua storia, Luciano Carriero non nasconde una profonda amarezza. Il pensiero torna velocemente a quella data maledetta, il 22 luglio 2011, quando per la prima volta, nel primo seno di mar Piccolo, i valori relativi a diossine e pcb hanno oltrepassato il limite consentito dalla legge – 8 picogrammi al grammo – raggiungendo una media di 10,5. Per la cooperativa di Carriero e per tutte le altre che operavano nello specchio d’acqua contaminato è stato l’inizio della fine (A. Congedo).

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