Tumori a Taranto, è corsa ai dati. Perché?

TARANTO – Sinceramente, non riusciamo a capire. Né condividiamo ciò che sta accadendo negli ultimi tempi in merito alla diffusione incontrollata dei dati sulla situazione sanitaria di Taranto. Nella giornata di ieri ad esempio, la responsabile controllo spesa farmaceutica della ASL di Taranto, Rossella Moscogiuri, nel corso del congresso della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) a Villasimius, ha reso noto alcuni dati relativi al primo semestre del 2012, “nel quale si è registrato un drastico aumento di ricoveri per patologie tumorali su tutto il territorio della Asl di Taranto, pari a un +50% rispetto al primo semestre del 2011”. Rilevando che in oncologia si registra “un aumento del 60% di day hospital e del 40% di accessi ambulatoriali”. E che a Taranto “si registra un’alta percentuale di patologie respiratorie insieme a una più alta spesa farmaceutica rispetto alla media nazionale”. La Moscogiuri ha anche spiegato che la ASL di Taranto ha avviato uno studio comparativo con altre ASL di Veneto, Toscana e Abruzzo: “Dai primi dati risulta che a Taranto il 3,3% della popolazione soffre di grave patologia respiratoria, contro l’1,8% di Verona e il 2,3% di Teramo”.

Ora. Appare quanto meno singolare che queste informazioni vengano rese note lontano da Taranto: perché la ASL non informa prima la città, preferendo sparare questi dati in un congresso di medicina in Sardegna, creando l’ennesimo “caso Taranto” a livello nazionale? E poi: perché diffondere questi dati senza l’ausilio di tabelle che certificano una situazione così critica? Per non parlare del fatto che non è assolutamente detto che il dato sui ricoveri per patologie tumorali, sia poi una fotografia reale scientificamente inoppugnabile. Del resto, basta questo semplice esempio per capire che forse, sarebbe meglio andare giù cauti con certe uscite: basta che una stessa persona si ricoveri più di una volta, per sfalsare tale percentuale.

E’ come se, improvvisamente, tutte le nostre istituzioni abbiano intrapreso una corsa a chi arriva prima sul rendere pubblici i dati sanitari sulla popolazione tarantina, per creare lo “scoop”, per trovarsi in prima pagina, per schierarsi dalla parte buona prima che sia troppo tardi. Sempre ieri, strana coincidenza, è intervenuto Michele Conversano, Direttore del Dipartimento di Prevenzione della Asl di Taranto e Presidente designato della Società italiana di Igiene (sabato ci sarà la formale investitura), durante la cerimonia inaugurale del 45° Congresso della Siti. “In queste ore, sugli effetti dell’inquinamento a Taranto, circolano tanti dati, anche a sproposito. Però il problema esiste e noi lo denunciamo da vent’anni”. Sarà. Ma bisognerebbe che qualcuno spiegasse a questa città perché nessuno, per decenni, ha premuto e preteso affinché ci si dotasse di un registro tumori che potesse disegnare in tempi non sospetti la reale situazione sanitaria di una città devastata dal dolore da oltre 60 anni.

Qualcuno, ad esempio, dovrebbe spiegare come mai la stragrande maggioranza dei medici di famiglia, che sono i primi ad entrare in contatto con la malattia dei pazienti, non abbia denunciato con forza e chiarezza le migliaia di casi di malattia e morte verificatisi negli anni in questa città. Ed è quindi troppo di comodo la posizione del dott. Conversano quando dichiara che “devo con estrema amarezza constatare che tutta la grande mole di studi condotti in tanti anni e i risultati raccolti, non sono mai stati presi nella giusta considerazione da parte degli organi decisori centrali. A Taranto si é arrivati quindi al paradosso che gli studi sulla salute della popolazione, ignorati nella loro gravità dai decisori politici nei tavoli istituzionali hanno, alla fine, ‘stimolato’ le iniziative della magistratura”. Se si è creato questo paradosso, se adesso questa città è costretta a fare i conti con tutti i suoi errori e le sue contraddizioni, ciò non può e non deve essere imputabile soltanto alla classe politica, che sicuramente ha le responsabilità maggiori. Le colpe, chi più chi meno, sono di tutti. Nessuno escluso.

Tornando alla corsa ai dati, ci preoccupa anche quanto avvenuto ieri e probabilmente avverrà oggi. Alle 10, presso il Presidio Ospedaliero Testa in Contrada Rondinella a Taranto, si terrà la conferenza stampa di presentazione del Piano Straordinario Salute e Ambiente, nato dalla collaborazione fra gli assessorati alle Politiche della Salute e dell’Ambiente, l’ARPA Puglia e la ASL di Taranto, con l’obiettivo di “garantire la produzione costante di stime aggiornate delle emissioni degli impianti, realizzare lo studio della composizione chimica delle emissioni in relazione agli effetti a breve e lungo termine sulla salute, definire i livelli espositivi della popolazione residente e potenziare le attività di promozione e prevenzione attiva con particolare riferimento alle patologie oncologiche”. Per tutta la giornata di ieri, si sono rincorse indiscrezioni sulla possibilità che vengano resi noti i dati del registro tumori inerenti l’anno 2007. Ora: in troppo pochi sanno che i dati del registro sono ancora in fase di registrazione. Entro novembre-dicembre, si spera, dovrebbe avvenire l’accreditamento ufficiale da parte dell’AIRTUM per il triennio 2006-2007-2008. Solo e soltanto allora, dunque, ci sarà la pubblicazione dei dati ufficiali e definitivi, frutto del duro lavoro di un gruppo ristrettissimo di persone a cui un’intera città dovrà dire grazie e rendere omaggio. Ebbene.

Le indiscrezioni sono dovute al fatto che la ASL ha spedito all’Istituto Superiore della Sanità una relazione sui dati del registro per l’anno 2007. Relazione che è arrivata sulla scrivania dell’Assessore alle Politiche della Salute della Regione Puglia, Ettore Attolini, che oggi sarà al Testa insieme all’Assessore al Bilancio della Regione Puglia, Michele Pelillo, all’Assessore all’Ambiente, Lorenzo Nicastro, al Direttore di Arpa Puglia, Giorgio Assennato e al Direttore Generale dell’Asl Taranto, Fabrizio Scattaglia. La speranza è che non si sfrutti tale occasione per parlare dei dati del 2007, perché altrimenti si farebbe soltanto danno al lavoro degli operatori che stanno facendo l’impossibile per completare la raccolta e la validazione dei dati entro la fine dell’anno.

Tra l’altro, ricordiamo bene come il buon Assennato, nel dicembre del 2011, ebbro di felicità per aver “risolto” il problema dell’inquinamento da diossina a Taranto, dichiarò senza averne reale contezza, tanto che pochi giorni dopo fu costretto alla smentita, che i dati del 2007 fossero migliori rispetto a quelli del 2006.Come se anche un solo caso di malattia dovuta all’inquinamento non fosse di per sé un dramma sul quale nessuno dovrebbe speculare. Perché in quel dramma c’è il dolore e la vita di una persona, dei suoi parenti, dei suoi amici. Che è lo stesso dolore di un’intera città. Per questo ribadiamo ancora una volta come in un momento così delicato, storico ed irripetibile per questa città, sarebbe assolutamente d’obbligo il silenzio, da parte di tutti. Lasciamo lavorare la magistratura e gli addetti al registro tumori in assoluta tranquillità: perché da qualunque lato la si voglia vedere, la verità verrà a galla. Nulla sarà omesso e al momento opportuno chiederemo il conto di tutto ciò che è stato omesso, ignorato, coperto. A qualunque livello. Nessuno escluso. Ma guai ad avere fretta.

Gianmario Leone (dal TarantoOggi del 4 ottobre 2012)

 

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