Perizia epidemiologica, gli esperti: da veleni Ilva malattia e morte

TARANTO – Anche per questa seconda perizia è meglio partire dalle conclusioni: “L’esposizione continuata agli inquinanti dell’atmosfera emessi dall’impianto siderurgico ha causato e causa nella popolazione fenomeni degenerativi di apparati diversi dell’organismo umano che si traducono in eventi di malattia e di morte. I modelli di analisi messi a punto hanno consentito di stimare quantitativamente il carico annuale di decessi e di malattie che conseguono all’esposizione all’inquinamento”.

Tutto ciò che è scritto nelle 282 pagine della relazione messa a punto dagli esperti Forastiere, Biggeri e Triassi, incaricati dal gip Patrizia Todisco per far luce sugli effetti dell’inquinamento sulla salute dei tarantini merita un serio approfondimento. Ma sono tanti i passaggi che ad un primo esame confermano la gravità della situazione, al di là delle rassicurazioni  che sono sempre provenute dalla dirigenza Ilva (e non solo).

A pagina 108 si legge che “il quadro sanitario della popolazione di Taranto esposta alle emissioni industriali e impiegata in diversi comparti lavorativi appare compromesso. Alcuni degli effetti riscontrati si continueranno a manifestare nel futuro a causa della latenza tra esposizione ed esiti ma la gran parte di questi potranno essere ridotti con interventi di prevenzione ambientale”.

A pagina 219 sono i numeri relativi alle patologie croniche a parlare chiaro: “Nei 13 anni di osservazione sono attribuibili alle emissioni industriali 386 decessi totali (30 per anno), ovvero l’1.4% della mortalità totale, la gran parte per cause cardiache. Sono altresì attribuibili 237 casi di tumore maligno con diagnosi da ricovero ospedaliero (18 casi per anno), 247 eventi coronarici con ricorso al ricovero (19 per anno), 937 casi di ricovero ospedaliero per malattie respiratorie (74 per anno) in gran parte nella popolazione di età pediatrica, 638 casi totali, 49 per anno”.

Si fa presente, inoltre, che “le esposizioni ambientali presenti a Taranto sono già state studiate in diversi contesti ed esiste un solido corpo di evidenze scientifiche in grado di suffragare i risultati per quanto riguarda gli effetti cardiovascolari e respiratori del PM10 (e dei suoi componenti) sulla popolazione generale (ATS, 1996; WHO 2005; Brook, 2010). Questo studio testimonia anche un effetto per quanto riguarda le malattie neurologiche e renali ed i ricoveri per tumore del polmone.

Anche gli eccessi riscontrati nel comparto siderurgico, in particolare per tumore della pleura, della vescica e dello stomaco, hanno un grado elevato di plausibilità e si considera l’esposizione ad amianto, ad idrocarburi aromatici policiclici e alla possibile ingestione di polveri minerali. Si noti anche l’eccesso di tumori dei tessuti molli, osservato nella valutazione di incidenza, potenzialmente attribuibile ad esposizione a diossine“.

PAOLO VI E TAMBURI – La situazione sanitaria in termini di mortalità e ricoveri ospedalieri non è uniforme nella città. In particolare, tassi più elevati  vengono osservati nei quartieri Paolo VI e Tamburi (che raggruppa i rioni Tamburi, Isola, Porta Napoli, Lido Azzurro). Per questi quartieri, dopo aver aggiustato nella analisi statistica per i differenziali sociali, i livelli complessivi di mortalità e di ricorso al ricovero ospedaliero risultano più elevati rispetto agli altri quartieri di Taranto del 27-64% per Paolo VI e 10% – 46% per Tamburi. Gli eccessi sono sostenuti dai tumori, dalle malattie cardiovascolari e dalle malattie respiratorie.

LAVORATORI – Estremamente interessante appare anche l’analisi del follow-up dei lavoratori che hanno prestato servizio presso l’impianto siderurgico negli anni 70-90 con la qualifica di operaio che ha mostrato un eccesso di mortalità per patologia tumorale (+11%), in particolare per tumore dello stomaco (+107), della pleura (+71%), della prostata (+50) e della vescica (+69%). Tra le malattie non tumorali sono risultate in eccesso le malattie neurologiche (+64%) e le malattie cardiache (+14%). I lavoratori con la qualifica di impiegato hanno presentato eccessi di mortalità per tumore della pleura (+135%) e dell’encefalo (+111%).

“Il quadro di compromissione dello stato di salute degli operai della industria siderurgica – si legge nella perizia –  è confermato dall’analisi dei ricoveri ospedalieri con eccessi di ricoveri per cause tumorali, cardiovascolari e respiratorie. L’esame dei dati di incidenza tumorale ha mostrato un aumento, anche se basato su pochi casi, dei tumori del tessuto connettivo sia negli operai (3 casi) che negli impiegati (3 casi) del settore siderurgico ed un coerente incremento di casi di mesotelioma”.

BAMBINI – Saltano all’occhio i risultati riguardanti bambini ed adolescenti da 0-14 anni (vedere tabella). I periti fanno notare un effetto statisticamente significativo per i ricoveri ospedalieri per cause respiratorie e un effetto al limite della significatività statistica per i tumori in età pediatrica.

 

 

 

 

RACCOMANDAZIONI – Non mancano, però,  alcune raccomandazioni per lo svolgimento di ulteriori indagini tese a rendere il quadro ancora più chiaro. I tre esperti, infatti, evidenziano quanto segue: “I tempi estremamente ridotti con cui il progetto di studio epidemiologico è stato condotto (8 mesi per progettazione, acquisizione dati, controllo di qualità, analisi statistica e redazione del rapporto) non hanno permesso analisi aggiuntive e valutazioni dettagliate. Si raccomanda la prosecuzione della indagine sui seguenti aspetti:

1. Caratterizzazione della fertilità e della salute riproduttiva. Questi aspetti non sono stati considerati nella presente indagine ma devono essere valutati con attenzione specie in relazione ai possibili effetti tossici degli IPA e delle diossine.

2. Migliore caratterizzazione spaziale delle sostanze emesse in diversi periodi temporali. I modelli di dispersione degli inquinanti nella realtà di Taranto devono tener conto delle modifiche storiche delle emissioni.

3. Valutazione dettagliata della storia residenziale e costruzione di indici di esposizione cumulativa.

4. Aggiornamento dei dati dei registri tumori.

5. Analisi dettagliata degli effetti sanitari, in particolare i tumori per mansione, comparto, durata e latenza.

Delle conclusioni abbiamo già parlano all’inizio e a questo punto crediamo che ci sia poco da aggiungere.  Ogni lettore avrà avuto modo di farsi una precisa idea sull’impegnativo lavoro svolto dai periti. In agenda, ora, c’è l’udienza programmata per il prossimo 30 marzo. Un appuntamento a cui i cittadini più sensibili e consapevoli non vorranno sicuramente mancare.

Alessandra Congedo

La nota stampa dell’Ilva – “A distanza di poche ore dal deposito della perizia medica – commenta l’ing. Adolfo Buffo Responsabile Qualità e Ambiente dello Stabilimento – non è facile fare commenti precisi sui risultati emersi come non è nemmeno opportuno vista la delicatezza del tema. Al momento abbiamo potuto fare solo qualche riflessione sulla parte conclusiva della perizia – continua l’ing. Buffo – mentre nei prossimi giorni avremo certamente modo di analizzare più nel dettaglio quanto emerso. Dobbiamo usare – prosegue – il massimo rispetto e la massima delicatezza nel parlare di dati che parlano di salute, cioè di un tema che riguarda prevalentemente storie personali. Però, la stessa perizia fa riferimento a numeri, stime, statistiche e su queste siamo tutti chiamati a confrontarci parlando anche con un linguaggio tecnico, magari incomprensibile ai più, di incertezze e livelli di probabilità. E, drammaticamente, queste probabilità possono portare a conclusioni molto diverse tra loro e di questo si deve tenere conto prima di emettere facili giudizi. Ci sono poi – continua  – alcuni elementi che possiamo da subito evidenziare. Ad esempio non è emerso un eccesso di mortalità per tumori per le persone che hanno lavorato nello stabilimento che, però, sono stati i più esposti. Non sono stati considerati i fattori di rischio individuali. Ma, soprattutto, sono gli stessi periti che ci dicono che si dovrebbe tenere conto, per una corretta interpretazione dei dati, della riduzione negli anni dei livelli emissivi. Quindi fotografare il passato è diverso che fotograre il presente. Alcuni giornalisti ci chiedono, infine, un commento ai dati sulla popolazione da 0 a 14 anni perchè potrebbero essere preoccupanti. Ma gli stessi periti parlano di effetto al limite della significatività per i tumori in età pediatrica. Stiamo parlando di bambini ed è giusto essere molto prudenti. Credo sia ambizione di tutti comprendere in profondità questa perizia senza cadere in facili sensazionalismi o in improprie minimizzazioni”.

1 Comment on "Perizia epidemiologica, gli esperti: da veleni Ilva malattia e morte"

  1. L’ambizione dei tarantini caro Buffo è una sola : dismissioni e bonifiche!!!

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