Puzza di gas del 17 gennaio, Arpa Puglia “inchioda” l’Eni

TARANTO – E’ raccolta in sei pagine la relazione di Arpa Puglia che tira in ballo la Raffineria Eni per i cattivi odori avvertiti in città lo scorso 17 gennaio. Per comodità partiamo dalla fine, ossia dalle importanti conclusioni a cui giungono Maria Spartera, responsabile locale dell’Arpa, e Roberto Giua, dirigente responsabile del Centro Regionale Aria:  

–      Gli odori nauseabondi segnalati dai cittadini di Taranto in data 17 gennaio 2011 sono legati alla diffusione nell’aria di acido solfidrico (H2S) proveniente dalla Raffineria ENI di Taranto;

–       Nella stessa giornata, si è registrato un picco di SO2 che ha superato, presso l’Ospedale Testa, il valore limite orario di 350 μg/m3, fissato dal D.Lgs. 155/2010, proveniente verosimilmente dalle torce della Raffineria ENI di Taranto;

–      Tali eventi sono verosimilmente legati alle attività di riavvio di alcuni impianti da parte di ENI, circostanza preventivamente notificata dalla stessa Raffineria ma a cui non ha fatto seguito alcuna segnalazione di eventi anomali, da parte della stessa ENI.

Nella relazione si spiega che alle 6 del mattino del 17 gennaio, e in seconda battuta dalle ore 19,  al Dipartimento Provinciale ARPA di Taranto sono giunte numerose segnalazioni di odori nauseabondi che risultavano percepibili nell’abitato di Taranto, con particolare riferimento al quartiere Borgo. I tecnici del DAP di Taranto, al momento del loro intervento sul posto, non hanno avvertito odori particolarmente intensi, ma hanno notato un odore tipico verosimilmente riferibile all’area industriale.

Gli stessi hanno esaminato i dati rilevati dalle centraline della rete di monitoraggio della qualità dell’aria, collocate nell’area urbana più o meno a ridosso dell’area industriale, riscontrando valori aumentati degli inquinanti, correlabili alla situazione di scarsa ventilazione presente, in specie, dopo il tramonto, ma inferiori ai limiti previsti dall’attuale normativa in materia di qualità dell’aria.

“Va considerato – si legge nella relazione – che nelle giornate del 16 e del 17 gennaio, nella città di Taranto si era registrato un abbassamento notevole della temperatura, soprattutto notturna, e questo implicava un fenomeno di inversione termica che induceva una stratificazione delle emissioni”.

Il giorno seguente sono stati esaminati i dati raccolti dal mezzo mobile di monitoraggio della qualità dell’aria che, in questo periodo, è posizionato presso l’Ospedale Testa, dati che vengono normalmente scaricati a fine campagna. Le apparecchiature installate su tale mezzo comprendono anche un monitor per la misurazione della concentrazione di acido solfidrico nell’aria.

Da tali dati è emersa la presenza di picchi di acido solfidrico nell’aria sia la mattina (dalle 2 alle 6 a.m.) che il pomeriggio (dalle 17 alle 20) del 17  gennaio, ed un picco di anidride solforosa a metà mattina (alle ore 11). In seguito a queste evidenze, i tecnici di ARPA hanno effettuato un controllo presso la Raffineria ENI, per verificare i dati registrati dalle centraline poste al perimetro di tale stabilimento, i dati registrati relativi alle emissioni in torce e gli eventuali disservizi o situazioni impiantistiche che potevano aver generato emissioni fuggitive di composti solforati.

Nel corso del sopralluogo, sono stati acquisti i tabulati delle tre centraline di monitoraggio ENI, ubicate tutte al confine esterno della Raffineria, nelle postazioni indicate nell’allegata piantina, la N. 1 sulla statale Appia all’angolo dello stabilimento verso la città, la N. 2 sempre sulla statale Appia all’angolo dello stabilimento verso Massafra e la N. 3 nelle immediate vicinanze del muro di confine con l’Ospedale Testa. Inoltre è stato acquisito il tabulato riportante le quantità di sostanze infiammabili di scarto avviate alle tre torce della raffineria ENI, nei giorni 16, 17 e 18 gennaio

Da tali tabulati è emerso quanto segue:

– in data 17 gennaio, la centralina ENI N. 3 aveva rilevato picchi di H2S, e di SO2 nelle stesse ore e di entità paragonabili a quelle rilevate dai monitor del mezzo mobile ARPA, collocato a poca distanza;

– nella stessa data del 17 gennaio, la centralina ENI N. 1 aveva rilevato un picco di H2S dalle ore 6 alle 9 a.m.;

– la centralina ENI N. 2 non aveva registrato, invece, valori anomali di inquinanti;

– in data 17 gennaio, le torce di stabilimento avevano smaltito circa 9 tonnellate di sostanze infiammabili di scarto, le cui maggiori quantità si erano concentrate fra le ore 9 e le 15.

Per l’Arpa è risultato, quindi, di particolare interesse correlare le concentrazioni di inquinanti rilevate dalle varie stazioni di monitoraggio con le condizioni meteo climatiche e, in particolare, con le direzioni del vento registrate in data 17 gennaio.

«Preliminarmente – è scritto nella relazione – si notava come risultassero fra loro fortemente discordanti le direzioni del vento segnate dalle tre centraline ENI: a titolo di esempio, in data 17 gennaio alle ore 8.00 a.m., la centralina ENI N. 1 forniva un valore di DV=217° (corrispondente a S-O), la N. 2 DV=91° (corrispondente a E) e la N. 3 DV=268°(corrispondente a O). Si è quindi deciso di scartare tali dati e di riferire tutti i dati di qualità dell’aria ai dati meteo presso l’Ospedale Testa. Costruendo la rosa dell’inquinamento (cioè i dati di inquinamento ripartiti per entità e per direzione del vento di provenienza) a partire dai dati registrati dalla stazione mobile di monitoraggio ARPA presso l’Ospedale Testa, si nota che in data 17 gennaio, sia per l’SO2 che per l’H2S, tali grafici denotano una nettissima direzionalità di provenienza dei picchi di tali inquinanti dal settore di vento NNO (vedi figure allegate), settore di vento che corrisponde alla direzione della Raffineria ENI.

Esaminando l’andamento degli stessi inquinanti (SO2 e H2S) per le centraline ENI in data 17 gennaio, si nota come, anche per la centralina N. 3 (nelle vicinanze del muro di recinzione dell’Ospedale Testa), i valori più alti di H2S e  SO2 corrispondono a direzioni del vento proveniente dal settore NNO. Per la centralina N. 1 (situata al confine della raffineria con la S.S. Appia, all’angolo verso la città), invece, i picchi di H2S corrispondono a direzioni del vento provenienti dal settore OSO, anche in questo caso corrispondente alla direzione della Raffineria.

Quanto sopra può essere meglio compreso dall’esame della figura allegata, in cui vengono incrociate le direzioni del vento prevalente corrispondenti ai picchi di H2S per le stazioni di monitoraggio ENI N. 1, ENI N. 3 e mezzo mobile (MM) ARPA. Si può notare come la zona di intersezione fra le direzioni di provenienza dei venti per le stazioni ENI N. 1, ENI N. 3 e MM ARPA corrisponda all’area della Raffineria ENI, che risulta così individuabile come quella di provenienza delle emissioni di H2S e SO2″.

Queste le considerazioni conclusive dei due dirigenti di Arpa Puglia

In data 17 gennaio 2012, la strumentazione installata sulla stazione mobile di rilevazione ARPA collocata presso l’Ospedale Testa ha rilevato picchi di acidosolfidrico (H2S) nelle prime ore della mattinata e nelle ore pomeridiane. Tali picchi corrispondono ad una direzione del vento dal settore Nord-Ovest, corrispondente alla Raffineria ENI, e sono compatibili con le segnalazioni di cattivi odori pervenute al Dipartimento Provinciale ARPA di Taranto da parte di cittadini residenti nel Quartiere Borgo, che si trova sulla direzione di propagazione delle emissioni gassose dalla Raffineria verso la città, con direzione del vento da N-O.

A partire dalle ore 11 a.m. del 17 gennaio, lo stesso mezzo mobile di ARPA presso l’Ospedale Testa segnava un picco particolarmente elevato di SO2 (722 Ag/m3, superiore al valore limite orario di 350 μg/m3, fissato dal D.Lgs. n. 155 del 13 agosto 2010). Tale valore corrispondeva, pure, ad una direzione del vento proveniente dal settore NNO e dalla Raffineria. Le elaborazioni dei dati prodotti dai monitor del mezzo mobile di ARPA per il giorno 17 gennaio 2012 fornivano, pure, delle “rose dell’inquinamento” per H2S e SO2 fortemente direzionali, con i valori più elevati di concentrazioni corrispondenti a una direzione di provenienza del vento da NNO.

I dati segnati dalle tre centraline di monitoraggio della qualità dell’aria di ENI confermavano i dati rilevati da ARPA e mostravano, altrettanto chiaramente, come i valori più elevati delle concentrazioni di H2S e SO2 corrispondessero, nel corso della giornata del 17 gennaio, a direzioni del vento da NNO (per la centralina N. 3) e OSO (per la centralina N. 1), entrambi provenienti dall’area degli impianti della Raffineria ENI.

Si evidenziava, inoltre, come il picco di SO2 segnato sia dal mezzo mobile di ARPA che dalla stazione ENI N. 3 alle ore 11 corrispondesse ad un periodo ditempo di accensione delle torce della Raffineria, con combustione complessiva di circa 9 tonnellate di sostanze organiche nella giornata del 17 gennaio. In base alle comunicazioni della stessa ENI, infine, si evidenzia come in data 17 gennaio è stato realizzato il riavvio di una serie di impianti, fra cui l’impianto di desolforazione HDS1.

La relazione è stata trasmessa a tutti i soggetti pubblici competenti e interessati.

Alessandra Congedo

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