TARANTO – Una tegola dopo l’altra. Non c’è pace per la cooperativa ittica “Cielo Azzurro”. Dopo essere stata pesantemente danneggiata dall’emergenza cozze al Pcb, martedì scorso ha dovuto fare i conti con un’amara sorpresa: il furto, avvenuto durante la notte, di diverse attrezzature depositate all’interno di un container situato nei pressi del fiume Galeso. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Squadra Mobile e della Scientifica.
«I ladri hanno portato via motori marini, generatori di corrente e altri macchinari indispensabili allo svolgimento della nostra attività: un danno di circa 20mila euro – ha spiegato Luciano Carriero, presidente della cooperativa – ora ci sono dieci dipendenti fermi e altrettante famiglie in difficoltà».
Dallo scorso 22 luglio, giorno in cui è scattata l’ordinanza della Asl che vieta il prelievo e la vendita di molluschi provenienti dal primo seno di Mar Piccolo, la cooperativa “Cielo Azzurro” si occupa solo della cura del novellame, il quale non risulta ancora contaminato da Pcb. In base a quanto riferito da Carriero, la sua cooperativa ha subito un danno di circa 150 mila euro. A ciò, da martedì, si è aggiunta un’altra beffa.
«Questo furto è il sintomo di un degrado crescente – ha dichiarato l’operatore ittico – è facile pensare che sia stato commesso da gente disperata che opera nel settore. Chi altro, infatti, avrebbe bisogno di simili attrezzature? Adesso, purtroppo, si cominciano a vedere gli effetti della crisi che sta colpendo la mitilicoltura. Ciò che si rischia è una guerra tra poveri».
A preoccupare Carriero è proprio il clima di disagio che si avverte tra i colleghi: «La disperazione cresce giorno dopo giorno. Siamo ancora in attesa dei contributi di solidarietà promessi dal sindaco Stefàno questa estate. Vogliamo sapere con certezza quando arriveranno. Così non si può più andare avanti. Io mi sono sempre detto fiducioso, ma ora le mie speranze cominciano a traballare. Non so più come assicurare lo stipendio ai miei dipendenti».
Per la cooperativa “Cielo Azzurro” l’emergenza cozze si è rivelata più grave perché possiede concessioni solo nel primo seno di Mar Piccolo. Non ha la possibilità, quindi, di ottenere introiti da altre aree. Ecco spiegata l’urgenza di vedere atti concreti da parte delle istituzioni: «Attendiamo una soluzione per la scelta delle nuove aree in Mar Grande dove dovremo trasferire il novellame. Non c’è più tempo da perdere. Bisogna programmare tutti i passaggi nel migliore dei modi per dare serenità agli operatori. In caso contrario la protesta potrà diventare “esplosiva”».
Infine, Carriero ha voluto lanciare un messaggio alla cittadinanza: «La gente non deve dimenticare che le cozze contaminate sono solo quelle del primo seno di Mar Piccolo. Le altre possono essere consumate tranquillamente perché sottoposte a seri controlli. Solo acquistando i mitili tarantini è possibile sostenere un settore che sta conoscendo una crisi senza precedenti».
Alessandra Congedo
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