Cemento prodotto con i rifiuti pericolosi di Ilva ed Enel: sigilli anche a Cementir, 31 indagati

ilva taranto

LECCE – Rifiuti pericolosi che sono stati utilizzati per produrre cemento. Sono state poste sotto sequestro – con parziale facoltà d’uso – la centrale Enel Federico II di Cerano a Tuturano, alle porte di Brindisi, la Cementir Italia spa di Taranto e i parchi loppa d’altoforno dell’Ilva, sempre a Taranto. Lo riferisce il sito di Repubblica.it.  L’operazione ‘Araba fenice’ della guardia di finanza di Taranto è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Lecce, che ha iscritto nel registro degli indagati 31 persone per i reati di traffico illecito di rifiuti e attività di gestione di rifiuti non autorizzata, contestando alle tre società anche illeciti amministrativi. Il gip ha disposto il sequestro degli stabilimenti con parziale facoltà d’uso per 60 giorni e il sequestro per equivalente dell’ingiusto profitto dell’Enel per una cifra pari a mezzo miliardo di euro.

LA REAZIONE DI ENEL PRODUZIONE

Enel Produzione spiega in una nota di aver appreso “dei provvedimenti di sequestro emessi questa mattina a carico di Cementir e dell’Ilva, che hanno interessato anche la centrale di Brindisi Cerano” del gruppo elettrico. I provvedimenti relativi alla centrale di Enel Produzione, precisa la nota, “riguardano l’uso delle ceneri nell’ambito di processi produttivi secondari”. Inoltre, Enel Produzione “confida che nel corso delle indagini potra’ dimostrare la correttezza dei propri processi produttivi e prestera’ ogni utile collaborazione alle Autorita’ inquirenti”. Il provvedimento di sequestro, conclude la nota, “non pregiudica la corretta operatività della centrale, nel rispetto di prescrizioni coerenti con il modello operativo di Enel Produzione”.

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