Figlie e madri: la battaglia globale contro la maternità precoce

Un’emergenza sommersa: milioni di ragazze nel mondo diventano madri troppo presto. L’OMS lancia nuove linee guida.
Secondo le statistiche ogni anno, più di venti milioni di adolescenti tra i 15 e i 19 anni affrontano una gravidanza nei Paesi a basso e medio reddito.
La metà di questi casi non è pianificata e, per molte, rappresenta l’inizio di un percorso di esclusione e vulnerabilità economica.
Secondo le stime internazionali, oltre dodici milioni di ragazze hanno un bimbo prima della maggiore età, mentre migliaia di bambine tra i dieci e i quattordici anni diventano madri quando la loro infanzia non dovrebbe essere ancora finita.
Le conseguenze sono tremende: tassi elevati di complicanze mediche, aborti in ambienti non protetti e mortalità materna elevata. La gravidanza precoce, purtroppo, è oggi una delle prime cause di morte tra le adolescenti. Un’emergenza sanitaria che si consuma lontano dai riflettori, ma che sta flagellando troppe bambine e adolescenti
Le radici di una vulnerabilità
Dietro ogni gravidanza precoce c’è un sottobosco composto di fattori culturali, economici e sociali. In molte aree del mondo, le ragazze vengono date in sposa da bambine, spesso come forma di protezione o scambio economico. Altre subiscono violenze sessuali o non hanno accesso a una corretta educazione sessuale e ai contraccettivi.
La maternità, in questi contesti, diventa un obbligo e non una scelta. Sebbene negli ultimi vent’anni il tasso globale di natalità adolescenziale sia diminuito, questo calo non è equilibrato. Per esempio, in Africa subsahariana e in America Latina le madri adolescenti sono ancora in numero elevato. Questo perché se l’istruzione femminile è fragile, la gravidanza precoce è quasi inevitabile. Quando una ragazza diventa madre troppo presto, abbandona la scuola, perde autonomia e rischia di restare intrappolata in un ciclo di povertà e fragilità.

Bisogna agire per spezzare questo ciclo di madri bambine
L’OMS ha aggiornato le proprie linee guida, sollecitando governi e istituzioni a intervenire con politiche proattive. E’ necessario estendere l’istruzione secondaria, garantire servizi sanitari accessibili, introdurre educazione sessuale completa e leggi contro i matrimoni precoci.
Tuttavia, il cambiamento non può essere solo normativo: occorre un’evoluzione culturale che restituisca alle ragazze il diritto di scegliere. Investire in istruzione e salute riproduttiva non è solo un gesto di equità, ma un atto di crescita culturale. E’ necessario che le ragazze in difficoltà riescano a terminare il percorso di studi per scegliere il proprio futuro. Bisogna garantire programmi di educazione all’affettività per evitare gravidanze non programmate e aiutare le giovani.
