Solo 27 giorni al Governo | Sébastien Lecornu getta la spugna a tempo record | Incredibile

La Francia entra nel caos dopo le dimissioni di Sébastien Lecornu, appena dodici ore dopo la nomina del suo governo.
E’ accaduto qualcosa di incredibile, una nomina-lampo, un governo mai davvero partito e un discorso che ha fatto più rumore delle sue (poche) decisioni.
Il primo ministro francese Sébastien Lecornu ha annunciato le proprie dimissioni dopo appena 27 giorni a Matignon, diventando il premier di minor durata della Quinta Repubblica.
La costituzione francese ha un articolo, il 49, che nel comma 3 trova le basi di questo gesto. Nato dalla constatazione dell’incapacità dell’esecutivo di far approvare i propri testi da maggioranze precarie e capricciose, fu concepito per consentire alla maggioranza di creare stabilità.
Serve a permettere al primo ministro di affermare che o gli si concede di governare o ha la possibilità di lasciare il suo mandato.
L’addio di Lecornu
Il mandato di Lecornu si è arenato ancor prima di cominciare: meno di 24 ore dopo aver presentato la squadra di governo, il premier ha rinunciato. Lascia un paese già politicamente instabile in preda all’incertezza più assoluta. A detta sua, la causa principale sarebbe stata l’impossibilità di costruire una maggioranza solida in Parlamento, con i partiti, sia della maggioranza che dell’opposizione, incapaci di mettere da parte “ego” e ambizioni personali in vista delle presidenziali del 2027.
Dietro le parole ufficiali, però, si nasconde un quadro ben più critico. Lecornu è stato travolto da un isolamento politico crescente, senza veri alleati né appoggi forti all’interno della sua stessa area.
Una Francia allo sbando
Purtroppo l’Eliseo ha ignorato i segnali lanciati dalle ultime elezioni e ha continuato a imporre una linea politica senza basi parlamentari: un azzardo che ha portato dritto al fallimento. Il discorso d’addio di Lecornu è un’accusa silente al panorama politico francese. Ha puntato il dito contro tutti, dal centro alla sinistra, fino all’estrema destra, facendo trapelare un clima di ostilità totale dietro le quinte del potere.
Nel frattempo, cresce la pressione su Emmanuel Macron, accusato di aver causato questa crisi senza precedenti con il suo stile presidenziale sempre più autoreferenziale. Alcuni esponenti chiedono lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale, altri addirittura le dimissioni del presidente. La Francia è senza governo, con un Parlamento paralizzato e un capo di Stato sotto assedio politico. Mentre la sinistra chiama all’unità e l’estrema destra sogna nuove elezioni. La prossima mossa spetta a Macron che si spera eviti di trascinare la Repubblica verso una crisi epocale.