La Global Sumud Flotilla a 90 miglia da Gaza | L’Italia ancorata al suo immobilismo imbarazzante

Flottilla per Gaza: il governo italiano si barcamena tra ambiguità e retorica istituzionale. Questo genera incertezza e sfiducia.
La vicenda della Global Sumud Flotilla, in rotta verso Gaza per consegnare aiuti umanitari, ha riportato l’attenzione sull’immobilismo e l’ambiguità del governo italiano.
Messa a confronto con un’iniziativa civile con una forte valenza simbolica e politica, Roma ha scelto una linea attendista e retorica.
Le parole del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha promesso protezione agli attivisti “anche se si sentono offesi”, sono emblematiche di una narrazione incentrata sul patriottismo pseudo-militare piuttosto che su un’effettiva presa di posizione a tutela dei cittadini italiani coinvolti.
Mentre altri Paesi, in primis la Spagna, sottolineano il carattere pacifico e umanitario della missione, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha messo in dubbio la reale priorità dell’iniziativa.
Le parole di Giorgia Meloni sono di dubbio gusto
La Premier italiana ha insinuato che le sofferenze dei palestinesi non siano il vero obiettivo della Flottilla, senza dire quale sia allora il vero focus. Un’affermazione molto grave, che sembra sminuire l’intera operazione e delegittimare l’azione degli attivisti.
Questa presa di posizione assai ambigua fa parte di una scelta politica di fatto immobilista da parte dell’ Italia che si concentra più sul fatto di non prendere il posto sul tavolo delle trattative.
La missione umanitaria è vicino a Gaza
La Flottilla si avvicina alla costa di Gaza e il rischio di un intervento militare israeliano è ormai concreto. Gli attivisti, tra cui il deputato italiano Arturo Scotto, sono consapevoli di poter essere intercettati in acque internazionali e arrestati. Una simile azione costituirebbe un precedente pericoloso, non solo per il diritto marittimo internazionale, ma anche per la libertà di iniziativa civile.
Nel 2010 una missione similare si concluse con 10 civili uccisi da Israele e quindi anche questa volta le preoccupazioni sono molto forti. La portavoce italiana Maria Elena Delia ha evidenziato come le autorità internazionali stiano mostrando più zelo nel condannare la Flottilla che nel fermare le violazioni israeliane. La Turchia ha evacuato 11 attivisti per motivi di sicurezza, tra cui tre cittadini turchi, ribadendo la disponibilità a fornire assistenza umanitaria con le proprie forze navali. Anche questo sottolinea un coinvolgimento diretto e concreto da parte di altri Stati, a differenza dell’Italia. La quale resta sempre ferma sul fatto che consegnare gli aiuti via Cipro sarebbe stato meglio. Come se non si capisse che il valore simbolico di superare il blocco di Israele sia fondamentale per la pace.