ABOLITA L’EVASIONE FISCALE: addio controlli, non rischi nulla I Zero multa, è tutto legale: ecco cosa fare

Grandissime e importantissime novità per gli italiani: potrete dire addio definitivamente ai controlli fiscali. A quanto pare, infatti, l’evasione fiscale sarebbe stata abolita. Ecco cosa sta succedendo.
Nel corso degli anni abbiamo assistito a numerosi cambiamenti nelle politiche fiscali che riguardano sia i lavoratori italiani che gli imprenditori.
Un punto fermo, però, è sempre stato rappresentato dai controlli fiscali, ovvero le verifiche e gli accertamenti effettuati in vari casi, sia per analizzare la posizione del singolo cittadino sia per controllare le attività delle società.
Sulla base di tale motivazione, dunque, nelle ultime settimane è stata diffusa una notizia molto interessante che potrebbe cambiare in modo definitivo la gestione del patrimonio dei singoli e delle imprese, soprattutto per quanto riguarda gli accertamenti.
Non a caso, su questo tema si è espressa persino la Corte di Cassazione, che ha voluto fare chiarezza su alcuni punti di forte confusione.
Addio evasione fiscale: niente più controlli e non sarai costretto a pagare nulla
Ebbene sì, tra i tanti cambiamenti apportati nelle politiche fiscali, senza dubbio quelli che riguardano i controlli sono i più sorprendenti. In un certo qual modo, non sarà più necessario procedere con atti di accertamento fiscale, se non in casi ben determinati.
Un esempio pratico e lampante, citato dal sito melodicamente.com, è quello di una società in accomandita semplice (Sas), che a seguito di un accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate è stata immediatamente cancellata dal registro delle imprese. L’azione si è resa necessaria dopo che era stato notificato un atto molto importante a un soggetto giuridico ormai inesistente.
In questi casi gli accertamenti fiscali non servono: non dovrai pagare un centesimo
Il caso citato dal sito menzionato, infatti, riguarda l’annullamento dell’atto principale in primo grado, in quanto il Fisco aveva continuato a pretendere il pagamento delle tasse dalla società in accomandita semplice, nonostante i soci avessero liquidato le proprie quote.
La Corte di Cassazione, intervenuta in merito, ha ribadito che nelle società di persone la responsabilità dei soci deve essere strettamente collegata a quella della società stessa, proprio per effetto dell’obbligo di trasparenza. Nel momento in cui la società non esiste più e i soci non detengono più alcuna quota, qualsiasi avviso di accertamento diventa inevitabilmente nullo. Non a caso la Cassazione ha precisato: “Se l’atto notificato alla società è nullo, di conseguenza è nullo anche quello notificato ai soci“.
Bisogna comunque considerare che in questi casi si parla della cosiddetta “sopravvivenza fittizia” fiscale delle società cessate, che permette all’Agenzia delle Entrate di notificare atti anche dopo la cancellazione dal registro. Ecco perché è fondamentale affidarsi a un legale ed effettuare la cessazione reale e concreta della società, così da non rischiare ulteriori accertamenti.