Partita IVA GRATIS: ufficiale, puoi aprirla senza versare neanche un centesimo I Azzerati i contributi obbligatori: da settembre devi fare così

Ci sono delle importantissime novità che riguardano la gestione e l’apertura della partita IVA: adesso puoi aprirla anche a costo zero.
Così come abbiamo avuto modo di spiegare anche in occasione della pubblicazione di articoli precedenti, è stato riscontrato che moltissimi cittadini italiani, a seconda delle proprie condizioni lavorative, hanno deciso di aprire una partita IVA.
I casi di riferimento sono davvero numerosi, come ad esempio chi svolge attività legate a figure professionali che, in base al lavoro svolto o alla situazione giuridica, non hanno l’obbligo di versamento almeno in un periodo iniziale.
E non finisce qui, perché rientra in questo scenario anche chi ha deciso di avere accesso al proprio fondo pensione, ma al tempo stesso vuole continuare a lavorare in un modo diverso rispetto a prima, affidandosi appunto a una partita IVA.
Sulla base di tale motivazione, sappiate che sono state predisposte delle categorie ben specifiche per le quali si può aprire una partita IVA, se necessario, senza dover versare assolutamente nulla.
Ecco di cosa si tratta nello specifico e perché questa opportunità può cambiare considerevolmente la nostra situazione finanziaria senza preoccuparci troppo dell’ammontare delle tasse.
Partita IVA gratis: davvero in questi casi non si paga nulla?
Come potete immaginare, la risposta a questa domanda dipende da numerosi fattori e soprattutto dal tipo di professione svolta dal richiedente. Un esempio pratico e lampante per capire quanto stiamo dicendo è rappresentato dalla gestione separata Inps o da una cassa previdenziale di riferimento, qualora si apra partita IVA. Non sempre queste sono obbligatorie e il professionista può anche decidere di rimanere a ritenuta fiscale, ma solo nel caso di attività occasionali che non superino il tetto massimo di 5.000 € l’anno.
In questo elenco di eccezioni rientrano anche i rapporti di lavoro subordinato con piena copertura previdenziale. Se l’attività autonoma rappresenta solo un’integrazione al reddito principale, non si è obbligati all’iscrizione a una gestione separata, così come nel caso dei pensionati con partita IVA, che possono operare senza versare contributi a meno che non esercitino professioni regolamentate da albi specifici.
Possiamo davvero evitare il pagamento delle tasse legate all’IVA?
Anche su questo punto è necessario chiarire, come ci fa sapere il sito Ireporters.it. Alcuni professionisti senza albo, come consulenti o formatori, rientrano comunque nella gestione separata Inps. In questi casi il versamento resta obbligatorio, anche se senza oneri previdenziali: significa quindi limitarsi al pagamento delle imposte sui compensi dichiarati. Tuttavia, bisogna prestare molta attenzione.
Non accedere a determinati tipi di versamenti vuol dire anche non maturare diritti pensionistici. Questo, però, non vieta di effettuare contributi volontari, così da mantenere intatta la propria carriera contributiva anche ai fini della pensione. Sulla base di tale motivazione, occorre tenere conto anche delle verifiche svolte sia dall’Agenzia delle Entrate che dall’Inps, che valutano la natura abituale o occasionale dell’attività, sia sotto il profilo finanziario che sostanziale.
Ecco perché rimane sempre necessario affidarsi a un buon commercialista che sappia come orientarci al meglio.