Addio TFR, passata la legge che lo regala al tuo datore di lavoro: “servono più soldi alle aziende” | E tu rimani il solito povero

Addio TFR lo devi dare al datore di lavoro - Inchiostroverde.it (Fonte foto Canva)
Addio TFR lo devi dare al datore di lavoro – Inchiostroverde.it (Fonte foto Canva)

Notizie allarmanti per i cittadini italiani: a quanto pare, presto bisognerà dire addio definitivamente al TFR. Secondo quanto emerge, una nuova disposizione normativa potrebbe addirittura assegnare questa somma direttamente al datore di lavoro.

Come abbiamo avuto modo di spiegare anche in occasione di precedenti articoli, negli ultimi anni le condizioni di vita dei lavoratori, soprattutto in ambito professionale, sono cambiate considerevolmente.

Potremmo fare numerosi esempi per chiarire meglio la situazione, come nel caso del sistema di calcolo misto-contributivo, che incide sulla pensione percepita al termine della carriera lavorativa.

Ma la questione non finisce qui, perché un’altra importante novità riguarda proprio il TFR, ovvero il trattamento di fine rapporto. Secondo quanto trapela, questa somma potrebbe non spettare più direttamente al lavoratore, ma essere trattenuta dal datore di lavoro.

Un cambiamento che rivoluziona ancora una volta la giurisprudenza in materia di diritto del lavoro, ponendo i dipendenti di fronte a una nuova problematica: la possibile perdita di denaro maturato nel corso degli anni.

Addio al TFR: ecco cosa cambia per i lavoratori italiani

Quando parliamo di TFR, ci riferiamo a una retribuzione differita che viene corrisposta dal datore di lavoro al termine del rapporto professionale.

Questa somma si accumula anno dopo anno, con una quota che generalmente si aggira intorno al 13,5% della retribuzione annua lorda e che viene rivalutata ogni anno. Va inoltre precisato che il TFR non è soggetto a contributi previdenziali, ma è comunque sottoposto a tassazione.

A disciplinare il TFR è l’articolo 2120 del Codice Civile, citato anche dal portale Brocardi.it, che stabilisce la possibilità di richiedere un anticipo fino al 70% dell’importo maturato. Tuttavia, esistono limiti ben precisi per poter avanzare tale richiesta: il dipendente può ottenere l’anticipo solo in caso di spese sanitarie straordinarie (riconosciute dall’ASL), per l’acquisto della prima casa per sé o per i figli, per congedi parentali o per esigenze legate alla formazione professionale.

Tutte queste condizioni devono essere rigorosamente documentate al momento della richiesta. In caso contrario, il datore di lavoro può legittimamente respingerla. Ed è proprio in questo contesto che molti italiani si trovano oggi in una situazione incresciosa.

Addio TFR lo devi dare al datore di lavoro - Inchiostroverde.it (Fonte foto Canva)
Addio TFR lo devi dare al datore di lavoro – Inchiostroverde.it (Fonte foto Canva)

Non vedrai mai più il TFR, lo tratterrà il datore di lavoro

Nel caso in cui si presentino situazioni di illegittimità, il datore di lavoro può far valere il proprio diritto a trattenere il TFR, come sottolineato dal sito sopra citato, che riporta la sentenza n. 5476 del 2025, emessa dalla sezione Lavoro del Tribunale di Napoli.

Nella fattispecie, si è discusso del caso di un datore di lavoro che aveva trattenuto unilateralmente il TFR dovuto a un dipendente, a fronte di crediti vantati nei suoi confronti, sempre all’interno dello stesso rapporto di lavoro. Il giudice ha riconosciuto la legittimità dell’operazione, trattandosi di una compensazione con l’indennità di preavviso, dovuta dal lavoratore che aveva rassegnato le dimissioni senza rispettare i termini contrattuali.

Anche la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26365 del 2024, ha ribadito il principio di reciprocità delle obbligazioni contrattuali, facendo riferimento all’articolo 1241 del Codice Civile, che disciplina la compensazione tra crediti contrapposti.

In sintesi, il TFR non è più una certezza assoluta per il lavoratore: in particolari circostanze, il datore di lavoro può trattenerlo per compensare eventuali debiti pendenti. Una situazione che merita attenzione e consapevolezza, soprattutto per chi si appresta a concludere un rapporto di lavoro.