Scuola, scatta il ‘Divieto di parola’ adesso se parli la multa può arrivare a 2.000€: anche i professori possono essere puniti | Da settembre non perdonano

Meglio non dire niente fra banchi di scuola, ma nemmeno in cattedra: se dici questa parola parte la sanzione.
In questo periodo storico ci sono dei momenti in cui delle parole se ne abusa.
Sfortunatamente, in tanti ancora non hanno compreso quanto possano ferire e far danni.
Per questo motivo sono nati numerosi movimenti contro quello che viene apostrofato come ‘politicamente corretto’.
Ancora una volta si tende a pensare che non poter dire una sola parola equivale allo spingere il tasto ‘mute’ per chiunque. Ecco cosa è accaduto in una scuola italiana.
Anche il professore punito: la prossima volta ci penserà due volte prima di parlare
Il caso era stato esemplare e risale al 2019, ma solo oggi abbiamo avuto una conferma definitiva rispetto all’esito della vicenda. “Sei un cretino”: queste erano state le parole pronunciate dal docente in un istituto tecnico di Sassuolo. Poche parole che sono costate care al professore, che si è beccato un provvedimento disciplinare e non solo: è stato proprio lui, infatti, a impugnare il provvedimenti e portare la vicenda in tribunale. Il docente si era rivolto, come riportato anche da SkyTG24, prima l Tribunale di Modena, poi alla Corte d’Appello di Bologna, e infine alla Cassazione.
Nel corso dei vari procedimenti presso le sedi giuridiche, il docente aveva ammesso di aver pronunciato quelle parole (‘sei un cretino’) riferendosi a uno studente. Nelle medesime sedi, però, aveva negato di aver detto altre parole, ovvero “maiali” o “animali”, che, al contrario della prima frase, sarebbero state rivolte all’intera classe. La suprema corte, comunque, aveva decretato che la reazione disciplinare del dirigente scolastico fosse “legittima, proporzionata e giuridicamente fondata“. L’ultimo ricorso messo in atto dal professore ha ricevuto risposta proprio in questi giorni.

Il ricordo al Ministero dell’Istruzione: gli ultimi esiti
Il docente aveva presentato un ricorso al Ministero dell’Istruzione e all’Istituto Alberto Baggi. La Cassazione ha deciso di respingere anche quest’ultimo ricorso del docente, che si basava, secondo i Giudici, su questioni che in realtà erano state già sciolte in precedenza, in appello.
Questa sentenza, per altro, pone anche un importante precedente in ambito giuridico per quanto riguarda l’ambiente scolastico. Nonostante, infatti, in vari casi si erano registrati episodi di aggressione da parte di studenti contro l’insegnante, in questo specifico il contesto era tale che non è stato ritenuto che il docente potesse vedersi la sua condotta giustificata da alcunché.