William Shakespeare - Wikipedia - InchiostroVerde.it
Il segreto di Stratford. Esiste un manoscritto di cui si ignorava l’esistenza che riscrive la storia degli Shakespeare.
Dopo quattro secoli di oblio, un semplice manoscritto affiorato tra le mura della casa natia di William Shakespeare a Stratford sta riscrivendo la storia di una delle famiglie più studiate della letteratura mondiale.
L’opera, da lungo tempo attribuita a John Shakespeare, padre del Bardo, era la testimonianza del suo cattolicesimo clandestino.
Tuttavia si rivela oggi il frutto della mano di Joan Shakespeare Hart. Ossia, la sorella dimenticata del poeta, un’altra scrittrice, un’altra mentalità.
Lo studio, pubblicato su Shakespeare Quarterly dal professor Matthew Steggle dell’Università di Bristol, rovescia un dogma accademico, restituendo voce a una donna importante.
Il cosiddetto Testamento Spirituale venne scoperto nel 1757 durante i lavori di restauro della dimora di famiglia. Per oltre duecento anni, esso fu interpretato come prova della resistenza religiosa di John Shakespeare. Questo mentre l’Inghilterra era segnata dalle persecuzioni anticattoliche di Elisabetta I Tudor.
Tuttavia, l’indagine condotta da Steggle, basata su analisi forensi e su un raffinato confronto digitale con testi europei coevi, ha svelato citazioni dirette da Il Testamento dell’Anima, opera pubblicata solo dopo il 1603 ,due anni successivi alla morte di John. “Il materiale di riferimento non poteva essere noto in Inghilterra”, ha dichiarato Steggle a Popular Mechanics. L’attenzione degli studiosi si è così spostata su Joan, ultima residente della casa di Stratford, vissuta fino al 1646. Di lei restano pochi testi, ma questo ritrovamento le attribuisce per la prima volta una voce colta, meditativa e forte.
L’analisi linguistica rivela una scrittura permeata di intimità e di riflessione teologica. In un passo, la Vergine Maria viene invocata come “principale esecutrice testamentaria dell’anima”: un’immagine ardita per i tempi, che si svincola dai limiti imposti alle donne dell’età elisabettiana. “Non è una trascrizione,” osserva Steggle, “bensì un’opera autoriale, ponderata, sovversiva e intrisa di spiritualità femminile.”
Se l’attribuzione sarà confermata, Joan Shakespeare Hart diventerà la prima donna della famiglia Shakespeare a lasciare un documento scritto, una voce di fede e intelligenza che si erge accanto al genio del fratello. La scoperta non solo rivede l’immagine religiosa del casato, ma apre nuovi orizzonti sulla famiglia in cui William crebbe. Un ambiente dove, forse, il diritto di parola e pensiero non era solamente maschile, ma parte di un intero universo femminile.
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