Westworld - Wikipedia - InchiostroVerde.it
Esiste una serie che pone un quesito amletico importante: “Che cosa significa essere vivi e liberi?”. I suoi fan si sono sentiti traditi.
Nata come un capolavoro filosofico e morale poi è naufragata in uno script caotico totale. Westworld doveva essere un viaggio nella mente: riflessioni sulla coscienza, sul libero arbitrio e sul confine tra umano e macchina.
La prima stagione era pura magnificenza, ogni scelta sollevava domande morali profonde. Gli host (androidi) di un parco a tema sono robot programmati per intrattenere gli umani.
Subiscono violenze, umiliazioni e “reset” infiniti, ma gradualmente alcuni di loro iniziano a ricordare. le continue sovrascrizioni creano bugs nella loro memoria. Questi ricordi diventano il primo step verso l’autocoscienza e verso la libertà morale.
Nella first season si apprende che la coscienza non è un dono, ma una conquista dolorosa; nasce dal trauma, dal ricordo e dalla capacità di scegliere diversamente da come si è programmati.
Purtroppo già dalla seconda stagione, il labirinto di timeline intrecciate, personaggi moltiplicati e colpi di scena continui ha trasformato la serie in un enigma confuso. La filosofia originale è stata sacrificata sull’altare dello spettacolo, lasciando il pubblico smarrito e deluso. Non si è più percepito l’universo in cui l’uomo che gioca a fare Dio finisce inevitabilmente per affrontare la propria immoralità. La vera “intelligenza artificiale” non è il problema: è l’arroganza umana.
A questo punto la narrazione è diventata nebulosa. Androidi che impersonano umani, coscienze che saltano da un corpo all’altro, colpi di scena a ogni episodio: tutto visivamente accattivante, ma narrativamente sterile. La promessa di esplorare l’identità e la libertà è stata tradita. Gli spettatori non hanno più colto il senso intrinseco delle varie vicende. Quello che è rimasto sono effetti speciali incredibili ma senza un messaggio profondo. Tutto è diventato un filler riempitivo per creare hype.
Il fandom aveva avuto una serie autoriale epica nella prima stagione con un Anthony Hopkins magistrale che insegna lezioni di vita importanti. Purtroppo con il passare delle puntate hanno trovato incoerenza e frustrazione.
La cancellazione dopo la quarta stagione ha tolto ogni possibilità di un finale degno, lasciando una sensazione di occasione perduta. Westworld avrebbe potuto ridefinire la televisione moderna, ma ha fallito in quello che doveva essere il suo compito: dare senso e profondità alla storia. Rimane così un simbolo di una promessa mancata, un grande show che ha tradito le aspettative dei suoi spettatori.
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