Scomparsi per 40 anni nella taiga: la famiglia che si è nascosta dal tempo e dalla civiltà | Un evento incredibile

Famiglia sparita in Siberia
Scomparsi nella taiga siberiana – Pixabay – InchiostroVerde.it

Nella vastità selvaggia della taiga siberiana hanno scelto l’esilio nella foresta. La fuga dei Lykov dal mondo degli uomini.

C’è un luogo dove la neve ricopre la terra per gran parte dell’anno e la civiltà svanisce all’orizzonte e dove una famiglia decise di sparire.

E’ la storia della famiglia Lykov, membri dei Vecchi Credenti, una comunità cristiana perseguitata dal regime sovietico. Nel 1936, dopo l’uccisione del fratello di Karp Lykov da parte dei bolscevichi, l’uomo abbandonò tutto per rifugiarsi con la moglie Akulina e i figli in Siberia.

In un luogo dimenticato da Dio, costruirono una baita di legno, dove vissero per oltre quarant’anni in isolamento totale. Coltivavano patate, raccoglievano bacche, pregavano e filavano i vestiti a mano.

Non sapevano della guerra mondiale e di qualsiasi cosa fosse accaduta nel mondo attorno a loro. Quando una terribile tempesta nel 1961 distrusse i raccolti, Akulina si lasciò morire di fame pur di salvare i suoi figli. Era il prezzo dell’indipendenza: vivere liberi, ma soli.

La scoperta del secolo, una storia che sembra un film

Nel 1978, un gruppo di geologi sovietici in esplorazione per cercare giacimenti minerari si imbatté casualmente in un insediamento umano sperduto tra le montagne dell’Abakan. Ciò che trovarono lasciò il mondo attonito: i Lykov, completamente ignari di qualsiasi cosa, freezzati nel passato, erano sopravvissuti per decenni senza alcun contatto con l’esterno.

Il giornalista Vasilij Peskov raccontò la loro incredibile vicenda nel libro “Persi nella taiga”, trasformando quella famiglia nell’epitome della resilienza. Tuttavia per queste persone il contatto con il mondo moderno fu devastante: privi di difese immunitarie, i figli morirono in tempi brevissimi. Solo Agafia, la più giovane, sopravvisse. Negli anni fu portata nelle città sovietiche, dove conobbe la modernità e ne rimase profondamente turbata. Scelse di tornare tra gli alberi, nel silenzio che aveva sempre chiamato casa.

Eremita russa
L’ultima eremita della Siberia – Pixabay – InchiostroVerde.it

Agafia, l’ultima eremita siberiana

Oggi Agafia Lykova, vive nella stessa baita costruita dai suoi genitori. Le sue giornate trascorrono tra lavori durissimi e preghiere solenni: taglia la legna, pesca nei fiumi ghiacciati e si prende cura delle capre. Non ha mai accettato la modernità. Rifiuta l’elettricità, il denaro e la tecnologia. “Le città soffocano”, ha detto una volta, “lì non si può respirare”.

Accanto a lei vive un solo vicino, un ex geologo invalido che condivide con Agafia il silenzio della foresta. La sua esistenza, rappresenta un paradosso moderno: in un mondo dominato dalle connessioni digitali, Agafia è la prova che persino nel cuore del nulla può pulsare una vita piena.