Tudor esonerato - Wikicommons - InchiostroVerde.it
A sorpresa la parabola di Igor Tudor alla Juventus si è chiusa con la sensazione di un’occasione persa dopo poco tempo.
La notizia è arrivata dopo che si avvertiva nell’aria una certa tensione e dopo che il team ha ottenuto risultati al di sotto delle aspettative della dirigenza.
L’allenatore croato era stato scelto per restituire grinta, intensità e un’identità riconoscibile a una squadra che si era smarrita durante il regno di Thiago Motta.
Eppure, la Juve continua ad essere fragile, disarticolata, incapace di esprimere un’idea di gioco stabile. Le sconfitte, più che nei numeri, hanno pesato sull’immagine della Vecchia Signora.
Il team resta confuso, con interpreti fuori ruolo e un atteggiamento che non ha convinto né i tifosi né la dirigenza. John Elkann, dopo un confronto diretto con Comolli e l’area tecnica, ha scelto la strada che reputa necessaria. Ha deciso di interrompere un progetto che non stava producendo né risultati né prospettive.
A rendere inevitabile la rottura non sono stati solo i risultati, ma il progressivo logorarsi del rapporto tra Tudor e l’ambiente bianconero. Il tecnico, fedele alla sua indole diretta e schietta ha spesso puntato l’attenzione su fattori esterni. La sensazione è stata che si sia chiuso e abbia interrotto il fil rouge con la dirigenza.
Una linea di comunicazione che non è piaciuta ai vertici del club, desiderosi di una guida più equilibrata e concentrata su una direzione tattica e mentale della panchina. Elkann e Comolli hanno letto nei segnali provenienti dallo spogliatoio un malessere profondo. La squadra sembra divisa, sfiduciata e priva di grinta. In una stagione che chiedeva compattezza e visione d’insieme, la Juventus non poteva permettersi di aspettare ancora un giro di vite in campo.
A questo punto la Vecchia Signora deve ripartire. Bisogna cercare un candidato alla panchina che sia simbolo di disciplina e identità. I vertici desiderano un tecnico capace di coniugare organizzazione e coraggio tattico, ideale per un ciclo fondato su gioco e valorizzazione dei giovani.
Ci vorrebbe qualcuno in grado di dare un boost di fiducia a giocatori che non ne hanno più. Una persona che sia in grado di farli diventare portatori di un calcio più fluido e internazionale. Qualunque sarà la scelta, la Juventus deve per prima cosa ritrovare la sua personalità. La Vecchia Signora è nota per avere idee, un proprio stile e senso d’appartenenza. L’era Tudor finisce qui.
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