L’America si erge a baluardo della democrazia nel mondo | Ma censura i libri di Stephen King

La censura letteraria americana è un problema che non può essere assolutamente ignorato. Stephen King è bandito dalle scuole.
Nel corso dell’ultimo anno, l’eco della censura ha riecheggiato con forza nei corridoi di numerose scuole pubbliche statunitensi.
Sotto l’egida del silenzio voluto dallo Stato è stato coinvolto in maniera sorprendente uno degli autori più emblematici della narrativa moderna: Stephen King.
Secondo i dati pubblicati da PEN America, l’organizzazione che monitora la libertà di espressione nelle arti, King è risultato essere l’autore più frequentemente bandito o sottoposto a restrizioni nei distretti scolastici made in Usa.
Secondo le fonti, sono 87 le opere attenzionate e oltre 200 sono i casi documentati di rimozione o limitazione di disponibilità. In pratica, la sua produzione letteraria è divenuta il bersaglio di un clima sempre più intollerante verso ciò che viene ritenuto “scomodo”. Libri celebri come Carrie, It, Shining, Misery, The Stand e Joyland sono stati esclusi da programmi didattici o rimossi dalle biblioteche scolastiche, con motivazioni che includono problemi di morale o diseducatività pedagogica.
I contenuti contestati: violenza, sessualità e identità
Le ragioni ufficialmente addotte per giustificare le epurazioni si rifanno quasi sempre alla presunta “inadeguatezza” dei contenuti. Sono bandite per un pubblico giovane le scene di violenza, tematiche sessuali esplicite e la presenza di personaggi LGBTQ+. Perché il governo ha stabilito che sono elementi potenzialmente dannosi per gli studenti.
Queste sono spesso tematiche centrali nella narrativa kinghiana, affrontate con toni crudi, ma sempre contestualizzate. Pensate alla profondità di un racconto stratificato come IT. La peculiarità della forza della gioventù che si contrappone alla precarietà dell’età adulta è affrontata con immagini forti che permettono di mettersi in discussione.
Galleggiano tutti
In questo clima dove le menti galleggiano, citando King, si denota una tendenza crescente a ricorrere alla censura preventiva, cioè prima ancora che emergano contestazioni da parte di famiglie o docenti. Questa è: un’ autocensura amministrativa che rivela un timore diffuso verso il dissenso e il dibattito.
Ci sono territori più attivi in queste politiche di rimozione precauzionale, come Florida, Texas e Tennessee. Questi sono accomunati da una legislazione sempre più restrittiva in ambito educativo e culturale. Tuttavia il messaggio che traspare è che l’allontanamento forzato di opere letterarie dal contesto scolastico comporta una sottrazione di strumenti critici per gli studenti. Ed inoltre rappresenta un attacco alla libertà intellettuale e al pluralismo delle idee. La democrazia non deve silenziare la letteratura, deve sapere affrontare le menti forgiate da essa.