Venti di guerra sempre più intensi | Cosa dice il mondo politico in questi giorni

I conflitti bellici non accennano a frenare la loro corsa violenta. Il mondo politico inizia a parlare seriamente.
In un contesto internazionale sempre più incandescente, che vede lontana la pace in Ucraina, attacchi mirati in Medio Oriente, e il moltiplicarsi di incidenti ai confini della NATO, molti si domandano cosa bisogna aspettarsi dal futuro.
Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, non ha nascosto le preoccupazioni del governo italiano e il delicato equilibrio che Roma sta cercando di mantenere.
L’Italia politica, pur volendo evitare toni allarmistici, pare sappia che il mondo si stia avvicinando ad un pericoloso crocevia.
Lo spettro di un conflitto su scala globale, che alcuni analisti non hanno più il timore di definire come il possibile preludio a una terza guerra mondiale.
Il pensiero di Crosetto
Dalle dichiarazioni di Crosetto traspare palesemente che l’Italia, come molti altri Paesi europei, non sia pronta ad affrontare un conflitto militare su larga scala. La mancanza di investimenti strutturali nel comparto difesa ha lasciato il sistema militare vulnerabile. Ergo, la richiesta della NATO di rafforzare la presenza militare sul fianco orientale dell’Alleanza (con la missione “Sentinella dell’Est”) deve portare l’Italia a riflettere. Il Paese deve comprendere quanto debba impegnarsi a livello militare in uno scenario bellicoso in evidente espansione.
La Nato per ora non avanza alcuna pretesa formale da parte degli Stati membri. Tuttavia Palazzo Chigi deve ipotizzare che in futuro prossimo il coinvolgimento potrebbe intensificarsi, sia in termini di forze aeree sia in termini economici, logistici e diplomatici.
L’Italia e il suo apparato militare
L’Italia, è già tra le forze principali della NATO sul fronte Est, con assetti militari di alto livello e migliaia di uomini schierati. Ma Crosetto ha ricordato che ora c’è la palese preoccupazione per la situazione del Mediterraneo e del Nord Africa. Crosetto pensa che sia urgente rafforzare i sistemi di difesa nazionale e potenziare il Paese attraverso collaborazioni, come quella con la Germania per i nuovi carri armati.
In definitiva, l’intenzione italiana sembra essere bifronte: da un lato evitare un’escalation militare incontrollata, dall’altro essere uno stato credibile e preparato all’interno della NATO, rafforzando la propria potenza militare. Roma sottolinea che non è in una forma mentis di guerra, ma che si rende conto dell’importanza di agire in maniera preventiva e strategica. “Non abbiamo più tempo da perdere”, riferisce il ministro Crosetto. Che il rischio di un grande conflitto non sia più solo teoria?