Attenzione ai diritti degli studenti | Il tar non transige su certe regole

Maturità
Esame di maturità – Freepik – InchiostroVerde.it

Clamorosa decisione del TAR, dato che annulla un’esame di maturità e condanna lo Stato al risarcimento danni.

La tutela e i diritti degli studenti sono oggetto di dibattito continuo. Cercare di offrire una formazione adeguata agli studenti nel rispetto della loro singolarità come persone è fondamentale.

Tuttavia un grave caso di violazione dei diritti degli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) ha dato una scossa al mondo della scuola italiana.

Una studentessa iscritta ad un liceo lo scorso 30 giugno ha affrontato l’esame orale di maturità senza poter utilizzare le mappe concettuali previste dal suo Piano Didattico Personalizzato.

Nonostante abbia la certificazione DSA , regolarmente presentata a gennaio 2025. La commissione le ha negato l’uso dello strumento compensativo.

Cosa prevede un Piando Didattico Personalizzato

Qualora si soffra di una qualsiasi forma di DSA, avere la possibilità di utilizzare gli strumenti compensativi, permette agli studenti un apprendimento soddisfacente. Inoltre, questi offrono la possibilità di affrontare esami e test in serenità. Invece questa giovane ragazza alla maturità ha avuto un forte blocco emotivo che le ha impedito di portare a termine la prova. Ergo la commissione ha optato per una bocciatura.

La famiglia ha presentato ricorso al TAR del Lazio, sostenendo la violazione delle norme a tutela degli studenti con bisogni educativi speciali.

Maturità e Tar
TAR – Wikipedia – InchiostroVerde.it

La decisione del TAR

Con la sentenza n. 16048/2025, il TAR ha stabilito chiaramente che la commissione esaminatrice ha agito in modo illegittimo, contravvenendo alle disposizioni previste dalla Legge 170/2010 e dal Decreto Legislativo 62/2017. I provvedimenti impongono alle istituzioni scolastiche di garantire strumenti adeguati per la valutazione degli studenti con DSA, comprese le mappe concettuali, specialmente durante esami di Stato. Il tribunale ha annullato l’esito della prova orale e ha ordinato che la studentessa possa ripetere l’esame in condizioni rispettose. Inoltre, il Ministero è stato condannato al pagamento di 1.500 euro a titolo di rimborso delle spese legali sostenute dalla famiglia.

Il caso arriva in un momento molto particolare per la scuola italiana, in piena fase di attuazione della nuova maturità, che ha reintrodotto due prove scritte nazionali e un colloquio finale rinnovato nei contenuti e nella struttura. L’intento del Ministero è quello di valorizzare competenze trasversali e pensiero critico, ma questo richiede anche un rafforzamento delle garanzie per gli studenti con bisogni educativi speciali. Non è assolutamente pensabile violare un diritto dello studente atto a garantirgli lo svolgimento di una prova nel migliore dei modi possibili.