Attenzione, gli audio sono vietati: sono già partite le prime multe da 200.000€ per chi li usa ancora

Attenzione a non inoltrare i messaggi audio che ricevi, perché sono già partite multe da oltre 200.000 €. Non si tratta affatto di una fake news.
Nel corso degli ultimi anni, la giurisprudenza italiana ha dovuto modificare sensibilmente l’approccio a determinati tipi di reato, intervenendo su alcune situazioni diventate ormai consuete anche per le pubbliche amministrazioni.
Un esempio pratico e lampante per capire quanto stiamo dicendo è rappresentato proprio dall’invio di audio tramite WhatsApp o altre piattaforme social, che può costituire reato.
L’inoltro è assolutamente vietato, motivo per cui, in queste ultime ore, stanno già partendo le prime multe da oltre 200.000 €, una notizia che sta lasciando sconvolti gli italiani che abitualmente inoltravano audio di terze persone ad altri contatti.
Quello che sta succedendo in queste ultime settimane è l’esempio lampante di come ciò che prima facevamo con estrema leggerezza, oggi non potrà più essere fatto.
Attenzione: è vietato inoltrare audio, scatta la multa salatissima
Come spiegato precedentemente, la giurisprudenza italiana è intervenuta anche sull’inoltro di audio provenienti da WhatsApp e da altre piattaforme. Da qualche anno, infatti, è stato definito che si tratta di un atto che rientra in un reato di ambito digitale e può costituire una grave violazione della privacy.
Un esempio lampante, citato persino dall’AGI, è rappresentato dal clamoroso caso che ha interessato la separazione tra Raoul Bova e RocioMunozMorales. Al centro dell’attenzione mediatica è finito un audio inviato dall’attore alla modella Martina Ceretti. Il messaggio vocale è diventato virale, ma avrà importanti ripercussioni legali.
A tenere banco nel campo mediatico, infatti, troviamo un audio mandato su una piattaforma digitale proprio da Raoul Bova alla modella 23 Martina Ceretti. L’Audi è diventato virale, ma ci saranno delle ripercussioni da un punto di vista legale non da non sottovalutare.

Ecco cosa rischi se inoltri audio su WhatsApp e non solo
In particolar modo, l’agi ha citato le dichiarazioni rilasciate da Guido Scorza nonché membro del collegio del Garante della Privacy. L’audio fu registrato dall’attore Raoul Bova destinato alla modella Martina Ceretti potrebbe diventare ben presto soggetto di un contenzioso che potrebbe andare ben oltre quanto immaginato.
Infatti, Guido Scorza, durante un’intervista rilasciata a La Repubblica e menzionata dal sito indicato precedentemente, riferisce che ci troviamo di fronte ai colloqui privati e quindi un illecito della privacy per la quale ci si può rivolgere a un giudice penale.
Dopo aver effettuato le dovute verifiche per chi subisce il danno, si presenta un reclamo e le parti in causa danno sentite favorendo al diritto della all’accusato di potersi difendere. Una volta accertate le responsabilità si può applicare persino una sanzione pecuniaria che può ammontare al 2/4% del fatturato annuo oppure, nel caso di privati, la sanzione è commisurata al fatturato dichiarato e si può procedere con un provvedimento correttivo.
Guido Scorza, poi, ha concluso così il suo intervento riferendosi a chi in questo frangente ha contribuito alla diffusione del materiale facendolo diventare virale, come nel caso di autentici social network, e tanto altro ancora: “Chi riposta non commette reato, ma un illecito da privacy, cioè un illecito amministrativo. È simile a quello che farebbe un giudice civile. La questione va oltre le sanzioni applicabili: quando sui social contribuisce a diffondere un materiale non consensuale, spesso ti dimentichi di stare parlando della vita e di una persona.per certi versi (più che nel pettegolezzo) si entrano nelle dimensioni da gaming.è importante è che le persone lo capiscano“.