Iniziano gli scavi in una casa Magdalene in Irlanda | Il mondo riapre una ferita terribile

La Chiesa Cattolica deve fare di nuovo i conti con le sue condotte discutibili, mascherate dietro alla santità della Bibbia.
In Irlanda vive una nonna, si chiama Maggie O’Connor e il giorno che sua figlia è diventata madre, invece di gioire era in stato di shock.
Piangeva e ripeteva come una nenia “Povera bambina…”. Sua figlia ovviamente l’ha tranquillizzata dicendo che il suo nipotino stava bene, ma la neo nonna ha affermato che non parlava del nipote, ma del suo bambino.
Una ferita sepolta nel cuore è emersa prepotentemente quando una nuova vita si è affacciata nella sua famiglia e l’ha riportata in un periodo che aveva dimenticato nei meandri del tempo.
Maggie ha rivelato il suo segreto. La sua prima figlia, Mary Margaret, morì nel giugno del 1943, a soli 6 mesi. La ragazza ai tempi viveva presso la St. Mary’s Home, una cosiddetta casa di accoglienza per madri e bambini nella cittadina di Tuam , nella contea di Galway, nell’Irlanda occidentale.
L’orrore delle case Magdalene
Queste case di accoglienza per ragazze in difficoltà sono uno dei tanti orribili esperimenti della Chiesa Cattolica, mascherati da senso di religione. In realtà dietro al senso di comunità cristiana si celano crimini inenarrabili fatti di abusi, violenze e danni psicologici contro ragazzine diverse. Troppo carine, oppure incinta senza essere sposate o fuori dagli schemi.
Queste bambine erano rinchiuse in centri rieducativi che ricordano dei lager. Secondo un rapporto storico, migliaia di neonati e bambini sono morti in 18 case per madri e bambini in Irlanda, nell’arco di otto decenni.

La casa Magdalene di Tuam
L’istituto Tuam era una delle decine di “case” in cui ragazze incinte e nubili lontano dalla famiglia partorivano in segreto. Le ragazze non avevano la possibilità di allevare i loro bambini. Alcuni venivano trasferiti in Irlanda, nel Regno Unito o Stati Uniti, Canada e Australia. Tuttavia, centinaia di bimbi morirono e i loro resti furono gettati via. I tassi di mortalità infantile erano di gran lunga superiori alle medie nazionali: nei 36 anni di attività dell’istituto sono calcolati circa 802 decessi di bambini.
La storica Catherine Corless ha presentato numerose richieste di accesso alle informazioni e ha trovato i certificati di morte di 800 bambini, molti dei quali neonati, deceduti a Tuam, ma per i quali non esistono certificati di sepoltura. I bambini erano stati sepolti in quella che si ritiene fosse una fossa all’interno di una cisterna fognaria vicino alla casa. La commissione di inchiesta, che oggi lavora sul caso, scaverà e decreterà i crimini di Tuam.